mercoledì 21 ottobre 2015

La Prova Vegana-Crudista-Igienista: Autunno


Ritorna  dal 2 al 8 Novembre “La Prova Vegano-Crudista-Igienista” questa volta in versione Autunnale.
In quest'avventura Serena sarà accompagnata da Francesca e Marinella ...

3 Splendide Energie
3 Forze della Natura
3 Bellissime Anime

Un Trio Meraviglioso :-)


Grazie di Cuore a Voi tutte.
...
Grazie Serena per organizzare questi eventi ed offrire il tuo tempo, le tue conoscenze, la tua esperienza, la tua carica energetica ed un supporto morale e concreto a tutti noi.
Grazie per quello che fai per diffondere uno Stile di Vita Sano, Naturale ed in Armonia con l’intero Creato.

L’Igiene Naturale ha trovato in te una paladina instancabile, determinata e dal sorriso luminoso.
Grazie di tutto davvero…
Grazie di Cuore <3

Potete seguire e partecipare all'Evento cliccando qui:
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Dettagli dell’evento tratti dal blog Il Drago Parlante qui di seguito:


Si ritorna per un’altra magnifica, entusiasmante esperienza… La Prova Vegana – Crudista – Igienista della stagione d’Autunno!!! E con questa completiamo il ciclo annuale… abbiamo cominciato in inverno (che fredduuuu!) e ce l’abbiamo fatta, ci siamo ritrovati in primavera (che voglia di stare bene!) e ce l’abbiamo fatta, l’abbiamo riproposta in estate (facilina con quel caldo 😛 ) e ce l’abbiamo strafatta. E ora? Non possiamo non finire l’anno in bellezza con un’altra strabiliante stagione 😀
Ad ogni edizione sono circa 1000 le persone che si mettono in gioco, che si sfidano, che si mettono alla… Prova. E tantissimi sono riusciti a portare a termine una settimana crudista, igienista o all’insegna del vegan! La piú bella cosa è stato il poter partecipare e ritrovarsi con persone sulla stessa linea d’onda. L’ambiente che si è creato è stato di reciproco sostegno, comprensione e positivitá….ed è sempre su questo sfondo che La Prova Vegana – Crudista – Igienista si ripresenta 😀
Io, Serena, de ilDragoParlante e La Serena Salute, Francesca Piu de followthegreenbunnye la nostra new-entry Marinella Mazzola di Maryincucina ripropongono l’evento che partirá da lunedí 02 di novembre per finire domenica 08, una settimana in cui ci mettiamo alla Prova (in tutti i sensi) e, grazie al web, abbiamo la speciale opportunitá di supportarci l’un con l’altra – ogni giorno.
Questo è un gruppo di persone con un obiettivo comune: portare a termine un’esperienza che cambia la vita, migliora la salute, per imparare qualcosa di nuovo, sfidare le proprie capacitá e mettere alla prova la motivazione e determinazione… per andare AL MASSIMO!!!
Alcune persone si stupiranno di come sia semplice mangiare in questo modo cosí naturale (soprattutto chi ha giá avuto esperienza con questo tipo di dieta), specialmente se si ha una guida e un egregio supporto morale! Altre dovranno affrontare le barriere non solo fisiche (sintomi di disintossicazione), ma anche mentali (debolezze, abitudini, dipendenze). Ma è per questo che siamo qui: per farlo ASSIEME ♥
Questa settimana ci proponiamo di mangiare completamente o prevalentemente crudo, senza esagerare con le spezie, il sale, evitando alimenti e bevande tossiche, combinando bene gli alimenti e limitando i grassi. Per chi non se la sentisse di mangiare crudo al 100% sono proposti 3 pasti vegani (e quindi cotti) durante la settimana. TUTTI sono i benvenuti a partecipare all’evento, anche se fossero onnivori che vogliono provare a mangiare vegan per una settimana (o anche solo per qualche giorno)…ben venga. Ed essendo una settimana igienista terremo conto anche di altri aspetti fondamentali per la salute, non parliamo solo di alimentazione😉
Siamo cosí eccitate da questa Prova perché sappiamo che sará un’(altra) esperienza indimenticabile!!!
Tecnicitá:

1) Verrá fornito un menú guida crudista, con l’opzione di 3 cene vegan. Siete liberi di modificarlo, ma con il presupposto di osservare le regole della combinazione degli alimenti, in una dieta vegana e/o crudista, a basso consumo di grassi;

2) Forniremo anche una lista della spesa per rendere le cose ancora piú comode;
3) Ogni giorno si parlerá di un tema relativo alla salute;
4) Ogni giorno saranno postate le kcal consumate durante la giornata seguendo lo schema alimentare;
5) Alla fine si distribuirà una “certificazione” per la miglior foto, il miglior commentatore, miglior supporto, di partecipazione 😀

L’evento si svolgerá prevalentemente su facebook a questo link. Ma per i miei carissimi lettori che non vogliono avere niente a che fare con facebook posteró anche qui il menú settimanale, la lista della spesa e le ricette della settimana, come sempre 😉
Ci sarete???
Evento organizzato e offerto da:
Serena P.
Sito: ildragoparlante.com
Sito: laserenasalute.com
Pagina Facebook: Serena ildragoparlante.com
Gruppo di supporto Facebook: La Salute del Drago
Canale YouTube: ilDragoParlante


Mary


Gruppo Facebook: Mary in cucina
Pagina Facebook: Mary in Cucina



mercoledì 7 ottobre 2015

Vaccini … qualche utilissima informazione.

È da un po’ di tempo che volevo raccogliere un po’ di informazioni ed articoli sui Vaccini per cercare di fare un po’ di chiarezza.
Negli ultimi giorni ho sentito sempre di più parlare dell’argomento e mi sono convinto quindi di realizzare questo articolo.


Poche persone purtroppo sono informate sui vaccini, sui possibili effetti collaterali e sulla reale utilità degli stessi.
C’è poca,  pochissima informazione sui vaccini e la maggior parte delle persone segue supinamente la massa, spesso manipolata  da enormi interessi economici tramite un vero e proprio terrorismo psicologico su larga scala …

Scusate per le parole forti, ma purtroppo questa è la realtà attuale!

Lo scopo di quest’articolo (come di tutti gli altri post del blog) comunque non è certo di dare consigli di natura medica, dal momento che non sono medico, ma di cercare di dare uno spunto di informazione da fonti Mediche molto attendibili, autorevoli  e professionali che troverete qui di seguito …


Quindi il mio consiglio è:
NON credete a quest’articolo e NON  credete a nessuno …
Ma INFORMATEVI e smettetela di seguire il GREGGE !!! 
Ne va della vostra Salute e di quella dei vostri cari.

Buona Lettura !!!
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Fonti principali:

(Eugenio Serravalle, Medico pediatra)

(Françoise Berthoud, Medico pediatra)

(Roberto Gava, Medico Chirurgo specializzato Cardiologo, Farmacologo, Tossicologo, Omeopata)

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“Sulle vaccinazioni una cappa di silenzio: nessuno studio ufficiale sui danni”


Eugenio Serravalle, pediatra, lamenta l'assenza di informazioni sugli effetti collaterali: "Mancano ricerche indipendenti promosse dal ministero. Verifico un continuo aumento di allergie e malattie autoimmuni, eppure si esclude a priori che certe patologie possano essere provocate dai vaccini. L'efficacia dell'esavalente? Tutta da dimostrare"


Ha scritto libri intitolati “Bambini super-vaccinati” e “Tutto quello che occorre sapere prima di vaccinare il proprio bambino”. Non è difficile immaginare che Eugenio Serravalle, pediatra, abbia più di un dubbio sull’utilità, sull’efficacia e soprattutto sulla sicurezza delle vaccinazioni pediatriche. “Non credo che i vaccini facciano male sempre”, precisa Serravalle: “Credo però che in alcuni casi possano far male. Il dramma è che le istituzioni non ci sanno dire, o non ci vogliono dire, quanto possano far male. Mancano studi indipendenti e non finanziati dalle case farmaceutiche. Qualcuno deve spiegare le ragioni dell’aumento di allergie e malattie autoimmuni. Inoltre, per quella che è la mia esperienza, ho verificato casi di bambini vaccinati con l’esavalente ma privi di anticorpi contro il tetano. Al contrario, su 120 bambini in cura da me e non vaccinati, 90 hanno sviluppato anticorpi contro il tetano”.

Per citare una sua pubblicazione, che cosa occorre sapere prima di vaccinare il proprio bambino?
Innanzitutto non bisogna avere paura delle malattie infettive. E soprattutto è indispensabile essere informati. Quello che si sa è che il dogma della sicurezza dei vaccini non è provato scientificamente. E’ un falso mito.

Non risultano provati nemmeno effetti collaterali gravi. 
Una cosa è certa, e mi rifaccio alla mia esperienza di 30 anni di pediatria: la salute dei bambini non vaccinati è migliore di quella dei bimbi vaccinati. Nessuno sa se i conservanti e gli adiuvanti contenuti nelle dosi siano effettivamente quelli dichiarati. Esistono ricerche che hanno evidenziato tracce di metalli pesanti. Perché le autorità sanitarie non accettano di fare studi sullo stato di salute comparando bimbi vaccinati e non? Perché escludere a priori che le malattie croniche possano essere causate dai vaccini? E soprattutto, gli effetti collaterali non sono provati perché spesso i medici non fanno segnalazioni di reazioni avverse, nemmeno quando patologie gravi insorgono a pochi giorni dall’iniezione.

Resta il fatto che in Italia, ad eccezione del Veneto, quattro vaccinazioni sono obbligatorie Che cosa succede nelle altre regioni, secondo l’esperienza dei suoi pazienti? 
La rinuncia è accettata nella maggior parte delle regioni con il “dissenso informato”, cioè la compilazione di un modulo da parte dei genitori dopo un colloquio con i medici dell’Asl. Sui prospetti informativi inviati alle famiglie, però, questa opzione non viene proposta. Sull’obbligatorietà delle vaccinazioni, poi, ho qualche dubbio. Pensiamo a quella anti-epatite b (che un bambino nato da madre sana non può prendere facilmente): fu resa obbligatoria nel 1991 dall’allora ministro De Lorenzo, che proprio per questo farmaco intascò una tangente da 600 milioni. E poi ci sono quelle “facoltative ma obbligatorie”, perché contenute nell’esavalente: haemophilus tipo b e pertosse. Entrambe malattie che possono diventare gravissime se contratte da bambini nel primo anno di vita. Peccato che il vaccino diventi efficace dopo la terza iniezione, cioè nell’undicesimo mese di vita. A questo punto dico: perché vaccinare così tanto nel primo anno? Meglio attendere qualche mese e poi scegliere senza obblighi.

E’ anche vero che i rischi di contrarre malattie per chi non si vaccina sono più bassi grazie all’effetto “immunità di gregge”. Se la quasi totalità della popolazione è vaccinata, il virus circola meno. In questo senso, la scelta di non vaccinare non è applicabile su larga scala.
L’immunità di gregge è un altro mito. Esiste oppure no?
Assistiamo a epidemie, ad esempio di morbillo, che si sviluppano in aree in cui il 98% della popolazione è vaccinata (recente caso a Ferrara). Questo succede proprio perché è l’efficacia stessa dei vaccini a non essere provata. La copertura non è così certa.

Non crede che in un Paese avanzato come il nostro sia inaccettabile morire a causa del morbillo?
Non nego che si tratti di una malattia che può avere complicazioni, ma generalmente questo succede su soggetti che hanno già un sistema immunitario compromesso a causa di altre malattie. Fino a qualche anno fa era considerata la malattia infettiva per antonomasia, quella che tutti prima o poi avrebbero dovuto avere da piccoli. Oggi l’informazione “ufficiale” l’ha trasformato invece in un pericoloso killer. Potenza della comunicazione. Troppo facile agitare lo spauracchio di casi letali avvenuti in paesi con condizioni igienico-sanitarie decisamente meno buone del nostro.

Se non i vaccini, quali sono le alternative per rafforzare il sistema immunitario?
Sicuramente uno stile di vita sano e un’alimentazione curata. La vaccinazione dovrebbe essere una scelta, da valutare caso per caso. E valutando davvero il rapporto rischi-benefici dopo aver ricevuto un’informazione corretta dalle autorità sanitarie. Purtroppo, per ora, non è così.
(Eugenio Serravalle, Medico pediatra)
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La meravigliosa salute dei bambini non vaccinati

By Gabriele Milani

Ho aspettato il momento giusto per informare, tutti coloro che mi seguono con affetto, di una piccola sorpresa e riconoscimento per l’impegno sociale che sto effettuando con i pochi mezzi che ho disposizione: da questo mese sono entrato a far parte come membro attivo dell’INTERNATIONAL MEDICAL COUNCIL ON VACCINATION
Pertanto, come richiesto, mi pregio diffondere l’articolo pervenuto che potete comunque trovare nell’edizione originale edito da Françoise Berthoud, MD [medical doctor, pediatra], il quale scrive così:

Ad aprile 2009 per l’esattezza, sono stato invitato a tenere un discorso ad una conferenza sulle vaccinazioni. Ho parlato dopo due dei migliori oratori che la Francia ha da offrire in materia: la giornalista Sylvie Simon e il biologo Michel Georget. A sentirli parlare in passato, era assolutamente chiaro per me che la soluzione migliore è quella di stare il più lontano possibile dai vaccini.

Io proprio non sapevo cosa fare per garantire il meglio per restare vivo e vegeto. Come pediatra e omeopata qualificato a parlare su questo argomento, ho deciso di impostare una conferenza chiamata “La meravigliosa salute di bambini non vaccinati” con i miei amici, e Sylvie Michel.

Questo lavoro avrebbe dovuto poi evolversi in un libro che analizza le scelte di vita diverse attuate spesso da famiglie che non si vaccinano, tra cui parto in casa, l’allattamento, le terapie semplici, buon cibo (spesso vegetariano), un ambiente tranquillo e la fiducia nella capacità del corpo di guarire se stesso.

Nella mia vita come un pediatra, avevo passato un sacco di tempo nel dialogo con i genitori che spesso erano necessari per esprimere le loro paure sulle malattie e i vaccini.

Abbiamo elaborato insieme il percorso migliore per i propri figli. Alcuni hanno scelto di non vaccinare affatto. Altri mantenuto paura della malattia, in particolare il tetano. In questi casi, abbiamo posticipato la vaccinazione, per quanto possibile e usato una protezione con omeopatici.
Ho lavorato in Svizzera, dove non esiste un vero e proprio obbligo giuridico di vaccinazione, solo una forte pressione sociale. In Francia, a pochi chilometri dal mio ufficio, vi erano quattro vaccinazioni obbligatorie, al momento (la Tubercolina è stata fortunatamente rimossa nel 2007) ne sono rimaste tre: Tetano Difterite Polio.


Alcune basi della mia capacità di parlare sulla salute meravigliosa dei bambini non vaccinati vengono dalla mia personale esperienza come medico, dopo aver raccolto anni di feedback: 
  • “Il mio bambino ha iniziato la tosse subito dopo la vaccinazione.”
  • “Ha avuto mal di orecchio costante da quando è stato vaccinato”.
  • “Mia figlia di 16 anni è completamente non vaccinata. Lei non è quasi mai ammalata. Se si ammala è per due giorni al massimo. “
  • ” I ragazzini che hanno seguito le normali linee guida di vaccinazione sono costantemente malati e in cura con gli antibiotici “. 
Questo non è stato sufficiente per scrivere un libro; comunque ho trovato che queste osservazioni sono parallele molte più volte in tutto il mondo. Seguitemi in tutto il pianeta.

EUROPA

In Inghilterra, Michel Odent [Medical Doctor] ha mostrato in due studi che i bambini che non avevano ricevuto il vaccino anti-pertosse avevano episodi di asma 5-6 volte inferiori a quelli che erano stati vaccinati per esso. Il primo studio è stato su 450 bambini da La Leche League; la seconda su 125 bambini alle scuole Steiner.

In tutta Europa, un gruppo di pediatri hanno per lo più studiato altrettanti 14.893 bambini nelle scuole Steiner in Austria, Germania, Olanda, Svezia e Svizzera ed hanno trovato che i bambini che vivono la cultura della “Antroposofia” (dove la vaccinazione è in gran parte evitata) erano in migliore salute rispetto ai controlli. Le malattie allergiche e sensibilizzazione atopica nei bambini legati allo stile di vita agricola e antroposofici (Persifal study. Allergy 2006, 61 (4) : 414-421.)

In Germania, uno dei ricercatori europei di studio alle scuole Steiner scrisse: “Nella parte orientale di Berlino prima della caduta del muro, abbiamo visto meno allergie che in Occidente. Questa popolazione è più povera, più vicino alla natura e meno vaccinata. Troppo igiene non è sempre molto buono“. Come ricercatore britannico e autore della “Ipotesi dell’igiene” il Prof. David Strachan potrebbe dire: “Dacci oggi il nostro germe quotidiano“. Tale argomento fu ripreso anche nel 2008 dal Corriere della Sera (ndr)

In Spagna, Xavier Uriarte [Medical Doctor] e J. Manuel Marín [Medicla Doctor] hanno pubblicato uno studio nel 1999 su 314 bambini che hanno seguito tra il 1975 e il 2000. Questo gruppo di bambini è caratterizzato da una maggioranza di nascite in casa o per vie naturali, allattamento al seno prolungato, nessuna vaccinazione, educazione alla salute olistica e nessuna medicina allopatica. Non ci sono state malattie gravi, pochi ricoveri (soprattutto per traumi), e solo del 3,3% gli episodi di asma rispetto al 20% nella popolazione generale. E, naturalmente, un sacco di soldi sono stati risparmiati!

USA

Il tasso di autismo negli Stati Uniti è ormai un impensabile 1 su 100 (anche se dalla CNN il rapporto è stato dichiarato 1 su 91). Coloro che non sono vaccinati possono vantare numeri che sono in scioccante contrasto alle statistiche della nazione. Poiché questo articolo è rivolto principalmente al popolo americano, non andrà avanti a lungo qui. Molti di voi conoscono il lavoro del vostro giornalista Dan Olmsted che dimostra l’assenza incredibile di autismo nelle comunità Amish “non vaccinate” della Pennsylvania e Ohio.

Ulteriormente impressionante è quanto giugnge dalla Clinica Medica Homefirst con sede a Chicago gestita da un gruppo di medici tra cui il Direttore Medico Mayer Eisenstein. Essi non hanno conosciuto l’autismo e le allergie (super-scarse) nei loro figli, molti dei quali erano nati a domicilio, e la maggior parte dei quali non hanno avuto le vaccinazioni. Nel 1985, ho tradotto in francese il lavoro di un pediatra statunitense Robert Mendelsohn “Come allevare un bambino sano, nonostante il medico”. Ora trovo un risultato concreto nel campo della meravigliosa salute di ragazzi seguiti dai medici che sono i suoi allievi!…  Mi piacciono queste sincronicità nella mia vita.

AUSTRALIA

Nel 1942 Leslie Owen Bailey, fondatore della Natural Health Society of Australia, ha accettato la tutela di 85 bambini le cui madri non erano in grado di prendersi cura di loro.

Tra questi 85 bambini, nessuna vaccinazione è stata mai somministrata, non hanno mai preso o utilizzato farmaci, e non sono mai state eseguite operazioni.  L’unica malattia che si è verificata è stato quando 34 bambini hanno sviluppato la varicella. Essi sono stati immediatamente messi a letto, gli hanno dato solo acqua pura o succo di frutta fresca. Tutti recuperati rapidamente senza effetti collaterali. Le indagini hanno rivelato che questi bambini, mentre erano a scuola hanno scambiare i loro pranzi sani con malsani alimenti tradizionali, per cui questa epidemia non era del tutto sorprendente.

Molti di questi bambini hanno ereditato cattive condizioni di salute a causa di una storia di malattia e malnutrizione nelle loro madri. Nonostante questo e il fatto che non sono mai stati allattati al seno, né hanno potuto godere il fisiologico normale contatto tra madre e figlio, sono stati in grado di crescere in modo robusto e diventare bambini autosufficienti.

NUOVA ZELANDA

Due studi condotti in Nuova Zelanda nel 1992 e 1995 mostrano che i bambini non vaccinati hanno chiaramente meno allergie, meno otiti, meno tonsilliti, meno raffreddori, meno epilessie e meno Sindromi da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD).

GIAPPONE

Un periodo interessante in Giappone è stato dal 1975-1980, quando è stata presa la decisione per iniziare la prima vaccinazione a due anni di età invece che a due mesi. Il motivo è che era stato scoperto sempre più un collegamento tra i vaccini e la SIDS (Sindrome della morte improvvisa del lattante)

Uno studio fu pubblicato su Pediatrics che dimostrava come dal 1970 al gennaio 1975, vi erano stati 57 casi di reazioni gravi al vaccino, di cui 37 decessi. Da febbraio 1975 a agosto 1981 ci sono stati 8 casi di reazioni gravi al vaccino, tra cui 3 decessi.

Sfortunatamente per i bambini e i loro genitori, il piano di vaccinazione giapponese è ormai “normalizzato” di nuovo. Lo studio dimostra anche che il sistema immunitario è più forte a due anni rispetto a due mesi. Quanto bene avrebbe fatto a questi ragazzi se non fossero stati vaccinati a tutto?

Troviamo la stessa osservazione in uno studio di un giornale di Allergologia e Immunologia Clinica. Degli 11.531 bambini studiati all’età di sette anni, ecco i risultati: vaccinati a due mesi (il 13,8% sono asmatici), vaccinati tra i due e i quattro mesi (il 10,3%), vaccinati dopo quattro mesi, il 5,9%. Ancora una volta, quanto bene avrebbe potuto fare a questi ragazzi se non fossero stati vaccinati a tutto?

La lezione imparata sulla vaccinazione

In qualità di interessato, pediatra compassionevole e premuroso, posso solo arrivare ad una conclusione: i bambini non vaccinati hanno di gran lunga la migliore possibilità di godere di meravigliosa salute. Ogni vaccinazione ha tutte le carte per paralizzare le possibilità di questo fine.

(Françoise Berthoud, Medico pediatra)
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Vaccinazioni pediatriche di massa, che senso hanno?

(Roberto Gava, Medico Chirurgo 
specializzato Cardiologo, Farmacologo, Tossicologo, Omeopata)
La campagna nazionale di vaccinazioni pediatriche ha avuto dei graduali ma significativi cambiamenti negli ultimi due decenni.
Una volta le vaccinazioni obbligatorie erano solo 3, ma dal 1991 sono diventate 4 essendo stata resa obbligatoria la vaccinazione antiepatite B.

A partire dal 2001, però, al posto di questi 4 vaccini (contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B), senza alcuna legge dello Stato, si è imposta di fatto l’usanza di somministrare l’Esavalente che, oltre ai precedenti 4 vaccini, contiene anche quello contro pertosse e l’emofilo B.
Il vaccino Esavalente è sicuramente di comodo uso, ma è altrettanto sicuro? Gli studi pubblicati dall’Industria Farmaceutica sembrerebbero garantirlo, ma la letteratura scientifica indipendente denuncia che il rischio che un bambino ha di subire danni da vaccino è tanto maggiore quanto più il bambino è piccolo e tanto è maggiore il numero di vaccini somministrati contemporaneamente (cfr. il mio articolo “Pericolo esavalente: vaccino ritirato”).

Però ci si chiede: se lo Stato impone 4 vacciniperché i genitori devono essere costretti, di fatto, a somministrarne 6? Chi ha permesso all’Industria Farmaceutica di togliere dal commercio alcuni vaccini singoli?

Contemporaneamente a questi interventi, negli ultimi anni abbiamo anche assistito ad una improvvisa abolizione della distinzione tra vaccini obbligatori e facoltativi, con la conseguenza che i genitori credono che tutti i vaccini siano obbligatori, mentre restano obbligatori sempre e solo i suddetti 4. Cosa giustifica questa politica sanitaria? Sono forse aumentati i casi di queste patologie infettive pediatriche? E se questo non è accaduto, cos’altro può spiegare tali prese di posizione? E ancora: al giorno d’oggi nel nostro Paese sono ancora razionali le campagne vaccinali obbligatorie di massa?
Una risposta dettagliata a queste domande richiede più spazio di quello ora disponibile, ma credo che un accenno sia possibile (l’argomento è stato ampiamente trattato nel mio libro “Le Vaccinazioni Pediatriche” con più di 1500 studi scientifici discussi nel testo).

1 – Il vaccino esavalente è sicuro?
Chi sapeva che il vaccino esavalente è stato sospettato di aver causato numerosi casi fatali di edema cerebrale nei neonati e che per questo nel 2006 è stato ritirato e sostituito dall’attuale (sospeso recentemente per rischio di infezione)? Il Prof. Randolf Penning dell’Istituto di Medicina Legale di Monaco ha documentato più di 120 casi e 6 di questi erano morti lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno dopo, mentre al pubblico il ritiro era stato giustificato da una scarsa protezione verso l’epatite B (cfr. il mio articolo “A proposito dei recenti vaccini ritirati e della libertà vaccinale”)

2) Chi ha permesso all’Industria Farmaceutica di togliere dal commercio alcuni vaccini singoli?
La commercializzazione dei farmaci (i vaccini sono farmaci) è regolata dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) che è un Ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza ed economicità sotto la direzione del Ministero della Salute.

3) Sono aumentati i casi delle patologie infettive pediatriche controllabili dai vaccini?
Certamente no, ma non possiamo neppure dire che le vaccinazioni di massa hanno ridotto le malattie infettive a loro associate, perché tutti gli studi epidemiologici indicano che le malattie infettive sono calate grazie alle migliorate condizioni igieniche e ben prima delle vaccinazioni di massa. Un editoriale di una rivista di pediatria afferma: “Nella storia, la maggior diminuzione della morbilità e mortalità causate dalle malattie infettive non è stata merito dei moderni antibiotici o dei vaccini, ma dell’introduzione dell’acqua pulita e delle fognature” (J. Pediatr. 1999).

Fig. 1 – Calo della mortalità pediatrica per pertosse e morbillo in Inghilterra e Galles dal 1850 al 1970 (McKeown T. The Modern Rise of Population. Academic Press, New York, 1976)


4) Oggi, nel nostro Paese, sono ancora razionali le campagne vaccinali obbligatorie di massa?
Negli altri Paesi europei le vaccinazioni pediatriche obbligatorie sono molto scarse e anche estremamente eterogenee (vaccini obbligatori in uno Stato non lo sono negli altri). Essendo farmaci, i vaccini hanno potenziali effetti indesiderati (nel nostro Paese mancano gli studi di farmacovigilanza vaccinale): come possiamo iniettare nei neonati (potenzialmente sani) dei farmaci senza avere un minimo di bilancio indipendente del rapporto rischio/beneficio? E perché iniettarli indiscriminatamente?

I trattamenti farmacologici vengono sempre personalizzati negli adulti: perché i bambini dovrebbero fare eccezione? Stiamo distruggendo il presente, il futuro e la felicità dei nostri figli?
Infine, se i vaccini forniscono solo un’immunità temporanea e specifica proteggendo, se va bene, solo verso alcuni tipi di germi,invece di praticare queste vaccinazioni di massa, non è molto più logico, utile, sicuro ed economico agire potenziando l’immunità aspecifica del singolo bambino che lo proteggerà non verso alcuni germi, ma verso tutti i germi, anche se in modo non assolutoOggi, questo approccio è perfettamente fattibile!

Forse è giunto il momento per creare una Nuova Medicina.

(Roberto Gava, Medico Chirurgo specializzato Cardiologo, Farmacologo, Tossicologo, Omeopata)

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Altri Articoli Interessanti:
L’interessante sito del:

COMILVA è l’acronimo di Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà di Vaccinazione. Si articola in Gruppi, Comitati o Associazioni radicate sul territorio il cui scopo è quello di ottenere la Libertà di Scelta in materia di Vaccinazioni e la tutela dei Diritti dei Danneggiati da vaccino.

martedì 6 ottobre 2015

Indice Insulinico ed Indice Glicemico … alcune informazioni.

Definizione:
Indice glicemico: L'indice glicemico di un alimento rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di quell'alimento. La glicemia è la concentrazione di glucosio nel sangue, è un esame del sangue di routine e può essere comodamente misurata a casa con appositi misuratori. L'indice è espresso in termini percentuali rispetto alla velocità con cui la glicemia aumenta in seguito all'assunzione di un alimento di riferimento (che ha indice glicemico 100): un indice glicemico di 50 vuol dire che l'alimento innalza la glicemia con una velocità che è pari alla metà di quella dell'alimento di riferimento.
I due alimenti di riferimento più utilizzati sono il glucosio e il pane bianco.

Indice insulinico: L'indice insulinico esprime l'effetto di un dato alimento sui livelli ematici di insulina (insulinemia). Un alimento, quindi, si definisce ad alto indice insulinico quando aumenta notevolmente la concentrazione di insulina nel sangue. Viceversa, i cibi con basso indice insulinico non influenzano in maniera significativa la secrezione di quest'ormone. Rappresenta un'evoluzione dell'indice glicemico: non sempre a un aumento della glicemia corrisponde un aumento della secrezione insulinica. Anche qui il valore di riferimento è il glucosio (100).

Un esempio? Il latte ha un basso indice glicemico ed un elevato indice insulinico. (…) 

Fonte: http://bit.ly/1L495N9

Indice glicemico e insulinemico: facciamo chiarezza

di Williams Bergomi   
L’indice insulinico
L’Indice insulinico è un parametro che misura la produzione d’insulina (ormone peptidico prodotto dalle cellule delle isole di Langherans del pancreas) nell'organismo in risposta all'ingestione di un qualsiasi alimento. Esso rappresenta l'effetto di un alimento esclusivamente e direttamente sull'insulinemia (concentrazione d’insulina nel sangue), e non sulla glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue), permettendo una valutazione più precisa della risposta insulinica. L'indice insulinico è un valore assoluto che stabilisce il diverso potere insulinogenico degli alimenti sulla base della stessa quantità calorica (239 kcal, equivalenti di 1000 kj), e quindi guarda ai diversi tempi di assimilazione e all'intensità di secrezione dell'ormone a parità di valore calorico.
L'insulina non ha il solo compito di abbassare la glicemia, e non ha dunque una funzione legata solo ai carboidrati. Ciò che normalmente non si sottolinea, è che l'ormone in questione rappresenta un importante molecola deputata alla crescita e al "nutrimento" vero e proprio dei tessuti insulino-dipendenti, cioè muscolo scheletrico, muscolo cardiaco, e tessuto adiposo, ovvero gli unici organi bersaglio che subiscono la sua azione diretta. Essa è responsabile del trasporto di glucosio, amminoacidi, grassi, ed altre molecole minori come gli acidi nucleici, verso questi tessuti favorendo vari processi come la proteosintesi (sintesi proteica), e lo stoccaggio di riserve di carboidrati (glicogenosintesi) e lipidi (lipogenesi). L'insulina quindi non si presenta solo in casi di eccesso di introduzione glucidica, ma nel caso in cui venga introdotto qualsiasi nutriente calorico, col fine di veicolare parte dei derivati della sua scissione verso questi apparati (…)
L'indice glicemico tiene conto solo dell'innalzamento della glicemia in relazione all'impatto dei carboidrati, ma non della produzione di insulina totale, o per i cibi estranei agli stessi carboidrati; l’indice insulinico, invece, permette di valutare più precisamente la risposta insulinica di tutti i cibi. L'indice glicemico non considera una completa ed accurata valutazione di tutti i cibi ed i loro effetti sul metabolismo del glucosio. L'indice insulinico al contrario permette di valutare se un qualsiasi alimento, non necessariamente un carboidrato, sia in grado di provocare una risposta insulinica bassa, elevata o moderata. L'impatto dei macronutrienti sull'insulinemia è, del 95% circa per i carboidrati, del 50% circa per le proteine e del 10% circa per i grassi, e ciò conferma che non sono solo i carboidrati ad incidere sulla produzione insulinica, ma anche proteine in maniera moderata, e grassi in maniera molto blanda, cosa che l'indice glicemico non considera.
Tale indice riconosce il potere insulinogenico di tutti i macronutrienti, e quindi sottolinea che alcune classi di cibi riescono a stimolare l'insulina in maniera sproporzionata rispetto al loro indice e carico glicemico, e che il pasto misto determini comunque una produzione dell'ormone ben superiore rispetto al suo contenuto di carboidrati (…)

 Diversi studi confermano come il consumo di cibi freschi e non raffinati influisca in maniera inferiore sull’indice insulinico evitando picchi di secrezione di questo ormone.
Cibi industriali composti da diversi nutrienti, specie raffinati (come zuccheri semplici e grassi idrogenati) stimolano l'insulina in maniera sproporzionata rispetto al loro indice glicemico. Infatti, tra i cibi che più innalzano l'insulina spiccano i prodotti di pasticceria, i croissant, i biscotti, le merendine, le barrette dolci, i gelati, ed anche il pane bianco. In questi casi, considerare l'indice e il carico glicemico non è predittivo della conseguente produzione dell'ormone, che risulterà in ogni caso maggiore (…)

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Batosta storica per l’insulinismo mondiale
di Valdo Vaccaro
http://bit.ly/1jM9CfZ

Questo articolo nasce per approfondire una tematica sconosciuta ai più, e cioè l'esistenza di un indice insulinico degli alimenti che ne descrive la capacità di far produrre insulina al nostro pancreas senza relazione con la glicemia e al di fuori, dunque, della normale risposta insulinica agli alimenti contenenti carboidrati.
ESISTE UN INSULINE SCORE, O UN PUNTEGGIO INSULINICO DA CARNE, CHE SOVRASTA DI MOLTO L'INDICE GLICEMICO
Bisogna sapere che, malgrado il loro indice glicemico (IG) "troppo basso per essere definito", alcuni alimenti (in particolare: carne, pesce, uova e latticini) hanno la capacità di indurre il pancreas a secernere molta insulina, cioè hanno un indice insulinico (IS, da "insulin score" o punteggio insulinico) elevato e non correlato all'IG.

RUOLO CENTRALE ATTRIBUITO ERRONEAMENTE PER ANNI ALL'INDICE GLICEMICO
Questo fatto, rilevato sperimentalmente solo di recente, sta ridimensionando in modo drammatico il ruolo centrale che si attribuiva all'indice glicemico nell'insorgenza del Diabete. La ricerca in questione è quella pubblicata da Holt SH, Miller JC e Petocz P. su Am J Clin Nutr. 1997 Nov 66(5), 1264-76 e dal titolo "An insulin index of foods: the insulin index of foods: the insulin demand generated by 1000-kJ portionsof common foods".

MISURAZIONE RISPOSTA INSULINICA A PARITÀ DI ENERGIA E NON DI CARBOIDRATI
Nell'articolo, gli scienziati spiegano che hanno scelto di misurare la risposta insulinica in termini di porzioni di alimenti determinate a parità di contenuto energetico (1000 kJ, pari a circa 240 kcal) anziché a parità di carboidrati, proprio perché cercavano di isolare una risposta insulinica differenziata da quella normalmente relativa al glucosio. Già all'epoca era stato, infatti, ben studiato il concetto di indice glicemico ed era stata ben correlata la risposta glicemica ai diversi tipi di alimenti, ma quasi nessuno studio la aveva messa in relazione con l'effettiva quantità di insulina circolante nei soggetti.

STUDIO SU 38 ALIMENTI
Lo studio ha considerato 38 alimenti, suddivisi in 6 categorie:
A) Frutta: uva, banane, mele ed arance;
B) Prodotti da forno: croissants, torta al cioccolato glassata, ciambelle con cannella e zucchero, biscotti al cioccolato, crackers;
C) Snacks: Mars, yogurt alla fragola, gelato alla vaniglia, caramelle gommose, arachidi tostate e salate, patatine fritte, pop-corn;
D) Alimenti ricchi di proteine: formaggio americano (cheddar), uova in camicia, lenticchie bollite in salsa di pomodoro, fagioli al forno in salsa di pomodoro, bistecca di manzo alla griglia, pesce bianco al vapore;
E) Alimenti ricchi di carboidrati: pane bianco, pane integrale, pane di segale, riso bianco, riso integrale, pasta bianca, pasta integrale, patate bollite, patatine fritte al forno;
F) Cereali da colazione: Kellog's Cornflakes, Special K, All-Bran, muesli naturale, zuppa di avena, ed altri sconosciuti in Italia.

METODO USATO
Ciascuno dei soggetti selezionati per lo studio ha dapprima consumato una porzione di pane bianco, per confermare la sua normale tolleranza al glucosio. Il pane bianco è stato anche scelto come riferimento per lo studio, assegnandogli un punteggio insulinico IS = 100%, e contro di esso sono stati analizzati gli effetti di tutti gli altri alimenti. L'uso di un alimento di riferimento mette al riparo dagli effetti di confusione che fattori individuali nella risposta al glucosio possono causare nei risultati finali dell'esperimento.

LIVELLI DI GLUCOSIO E DI INSULINA DOPO 10 ORE DI RIPOSO NOTTURNO
Ogni soggetto ha avuto la misura del livello di glucosio e di quello di insulina dopo 10 ore di digiuno notturno, ed ha poi consumato l'alimento di test insieme a 220 ml di acqua. I soggetti sono quindi stati lasciati seduti comodamente e sono stati loro misurati i livelli di glucosio ed insulina nel sangue ad intervalli di 15 minuti per le successive 2 ore.

CALCOLO NON DI INDICE GLICEMICO (IG) MA DI PUNTEGGIO GLICEMICO (GS) ED INSULINICO (IS)
Dunque per ogni soggetto è stato calcolato il punteggio insulinico (IS) di ciascun alimento come percentuale, moltiplicando per 100 il rapporto tra il carico insulinico (area sotto la curva della risposta insulinica - integrale o AUC) generato dall'alimento in esame, e il carico insulinico generato dal pane bianco. E' stato anche calcolato similmente il punteggio glicemico (GS) dell'alimento (da notare che questa definizione non è compatibile con quella di IG: è stata usata per poter avere grandezze omogenee da confrontare).

I PRODOTTI DA FORNO E LE PROTEINE ANIMALI SCATENATORI DI PESANTE RISPOSTA INSULINICA
Nei risultati della ricerca, in media il carico insulinico era proporzionale al carico glicemico, ma con delle significative differenze tra alimenti. in particolare, i prodotti da forno e gli alimenti ricchi di proteine scatenavano risposte insuliniche sproporzionatamente alte rispetto alla glicemia.

RISULTATI NUMERICI MEDI, CON CITAZIONE DI MINIMI E MASSIMI
Ecco i risultati in termini del rapporto tra carico insulinico e carico glicemico, per classe di alimenti e con esempi di alimenti specifici:
1) Frutta in media: 124±10. Minimo (108±22) banane, massimo (166±23) arance.
2) Prodotti da forno in media: 261±56. Minimo (113±21) ciambelle, massimo (483±244) croissants.
3) Snacks in media: 191±20. Minimo (109±32) pop-corn, massimo (218±65) Mars.
4) Proteine animali in media: 585±61. Minimo (135±92) uova, massimo (1583±939) manzo.
5) Carboidrati in media: 106±8. Minimo (58±5) riso integrale, massimo (156±48) pasta bianca.
6) Cereali da colazione in media: 92±5. Minimo (74±11) zuppa di avena, massimo (118±18) muesli.

BISTECCA DI MANZO, CRACKER E CROISSANT, CIOÈ PROTEINE E GRASSI, SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
Come si vede gli alimenti ricchi di proteine animali hanno risposta insulinica molto più alta di quella glicemica. Cioè sono in grado di far produrre al pancreas molta insulina pur non contenendo quasi carboidrati e, di conseguenza, avendo un apporto quasi nullo di glucosio! Sia i cracker che i croissant sono prodotti da forno molto ricchi di grassi, e come si vede anche questo fattore influisce sulla loro risposta insulinica, che è 3-5 volte maggiore di quella glicemica (a sua volta non trascurabile in questo caso).

FRUTTA E CEREALI INTEGRALI RIVELANO BASSA REAZIONE INSULINICA
Gli alimenti a base di cereali integrali, in generale, hanno risposta insulinica bassa e indice glicemico basso, e sono dunque da preferire nelle diete per il diabete. Anche la frutta, con una media del rapporto insulina/glucosio di 124±10, si conferma come alimento da scegliere anche nelle diete per il diabete: alcuni frutti hanno alto indice glicemico ma pochi carboidrati, e presentano in generale una risposta insulinica del tutto adeguata al carico glicemico.
Per maggiori informazioni, qui sotto il link dello studio realizzato dalle d.sse Laura Sampson Kent, Mary Franz, Jennie Brand Miller del Dipartimento di Nutrizione della Harvard School of Public Health e dal dottor Walter Willett dell’Università di Sidney, Australia. (http://bit.ly/1FRsp3C)