lunedì 27 marzo 2017

Quanto siamo liberi e quanto siamo condizionati nella nostra vita?



Quanto siamo liberi e quanto siamo condizionati nella nostra vita? Fino a che punto sono io a scegliere il cibo che arriva sulla mia tavola? Se ci fermiamo un attimo a pensarci su capiamo che siamo ben poco liberi e fino a che non ci rendiamo consapevoli di questo resteremo sempre schiavi dei condizionamenti.

Il condizionamento principale credo sia derivato dalla televisione, che si tratti di pubblicità o film  è un continuo martellamento: mangia, compra, mangia... naturalmente le pubblicità di cibo sono alternate a quelle dei medicinali ma qui si dovrebbe aprire un discorso a parte ;-)

Quando andiamo a far la spesa cosa scegliamo? Ancora con il ritmo musicale dello spot pubblicitario ci attireranno confezioni di qualcosa di cui difficilmente ci chiediamo cosa ci sia dentro, ma poco importa perchè in tv la modella o il bellissimo bambino mangiandola era felice e sano....



Siamo condizionati però anche da noi stessi, dal nostro retaggio culturale e dalle nostre emozioni e forse questo tipo di condizionamento è ancora più subdolo perchè la tv la possiamo spegnere, dei nostri condizionamenti neanche ce ne rendiamo conto il più delle volte.

Avete presente nei delfinari quei poveri delfini che devono esibirsi? Cosa ottengono dopo una piroetta? del pesce... il premio perchè sono stati bravi...
Non è forse quello che succede anche a noi? Quante volte ci premiano i genitori e poi da adulti continuiamo a premiarci da soli perchè siamo stati "bravi"?

Il cibo quindi acquista la valenza di un premio, ma è solo uno dei tanti condizionamenti... il cibo è anche conforto (anche questo visto in tv tra l'altro, sempre meglio che buttarsi sull'alcool ma quante volte si vede la ragazzina di turno che dopo la delusione d'amore mangia il gelato direttamente dalla vaschetta?)...

Il cibo è motivo di convivialità, ci si incontra con gli amici per mangiare, ore ed ore passate a mangiare mentre si chiacchiera, bellissimo, l'amicizia è favolosa ma non sarebbe più bello fare una passeggiata nella natura o andare al mare e chiacchierare con gli amici?


Un altro condizionamento, forse il più difficile da scardinare, è quello emozionale: leghiamo ad un certo cibo un ricordo, un'emozione di gioia ed amore e quando lo mangiamo richiamiamo quella stessa sensazione. Nel momento in cui ti rendi conto di questo però puoi scindere le due cose, slegare il ricordo a quel cibo ed a quel punto sei veramente libero: sei libero di continuare a mangiarlo o no, ma sarà solo una tua decisione non sarà più una costrizione.... 

E' difficile da fare perchè credo sia proprio qualcosa di profondo e anche molto fisico: il nostro cervello infatti memorizza a blocchi, non separa, quindi è difficile entrar dentro questo blocco e separare ma difficile non significa impossibile, i limiti ce li mettiamo solo noi e se vogliamo essere veramente liberi dai condizionamenti è l'unica strada da percorrere...

Vi invito a rifletterci su un attimo: qual è il vostro piatto preferito? Perchè lo è? Quando è stata la prima volta che lo avete assaggiato? Se andate troppo in là nel tempo e si perde il ricordo nell'infanzia non importa perchè è proprio quella la dimostrazione del concetto... 

se mi piace la pastasciutta la prima volta che l'avrò mangiata non sarà stato certo durante un litigio in famiglia, no? Che senso avrebbe soffrire di nuovo, anzi questo è proprio ciò che succede con le allergie: il cervello memorizza tutta la situazione del momento e se c'è una sofferenza ci impedisce di ripeterla, come? facendoci diventare allergici a quel cibo così non soffriamo più come la prima volta che l'abbiamo mangiato...

Forse non funziona proprio così, non basta una volta per creare un'allergia o un attaccamento ad un determinato cibo ma come si imparano le cose? Ripetendole... quindi se per un periodo prolungato nel tempo da piccola ogni volta che mangio il formaggio sono felice perchè sono con la mia famiglia, sarà facile decidere di eliminarlo dalla mia tavola? Direi di no, direi che comincerei ad arrampicarmi su tutti gli specchi che trovo, a cercare una ragione razionale e scientifica per cui non è giusto smettere, anzi se qualcuno insiste a farmi smettere gli darò anche dell'estremista o mi chiuderò dicendo che si può dimostrare che tutto fa male per cui tanto vale... etc etc...

Da parte mia non c'è giudizio, anch'io fino a quattro anni fa mangiavo in modo inconsapevole, senza farmi troppe domande, il mio intento è quello di istillare il dubbio, farsi delle domande, non punto a "veganizzare" il mondo... siamo liberi di mangiare quello che vogliamo, liberi di mangiare chi vogliamo mi suona già un po' più difficile da dire perchè la libertà individuale finisce lì dove inizia quella dell'altro, che sia animale o umano...

Liberi di mangiare quello che vogliamo, ma liberi anche dai condizionamenti: se mangio dolci poco prima del ciclo sono consapevole che è un condizionamento, posso continuare a farlo ma scelgo di farlo non mi faccio costringere da un condizionamento fisiologico ed emozionale.



C'è poi un altro tipo di condizionamento: il condizionamento mentale...
 "Mangio questo perchè mi fa bene, perchè contiene la tale vitamina o proteina, perchè riduce il colesterolo, perchè l'ho studiato, perchè me l'ha detto il medico etc etc. "
Il condizionamento mentale è insidioso forse anche più di quello emotivo per alcune persone e per assurdo più ci si è informati, più si è studiato nella vita e più ci si fa condizionare.

E' naturale quando ci si trova a voler cambiare alimentazione informarsi e "cercare sostituti", non è naturale continuare a farlo dopo anni... la salute vera non si ottiene con la bilancina a pesare tutto nè nei cibi come la soia e le alghe, la salute vera si ottiene nutrendosi di ciò che la natura ci offre.

Se abbiamo le crucifere d'inverno ed i pomodori d'estate ci sarà un perchè... se non siamo nati con le zanne e gli artigli ma con i pollici opponibili per raccogliere frutta e verdura ci sarà un perchè...

la Natura è saggia e seguirne i suoi cicli ci fa stare in salute.

Il rischio di chi ha studiato tanti anni è quello di perdersi nei meandri mentali di ricerche e studi fatti da altri e di perdersi nel riduzionismo: un'arancia non è solo vitamina C è una sinfonia di vita, colore, sapore e sostanze nutritive di cui non conosciamo neanche l'esistenza...

cosa sto dicendo allora: buttare via anni di studio? No, solo che bisogna capire che anche quegli anni lì sono un condizionamento mentale e posso scegliere di seguirlo o sganciarmene, proprio come faccio con il condizionamento emozionale.

Riconquistiamo la nostra libertà iniziando dalla tavola, è lì che ho iniziato io ed è un buon punto di partenza per la gioia della liberazione.

Purtroppo certi cibi ci condizionano a tal punto che non riusciamo neanche a fare ragionamenti lucidi quando continuiamo a mangiarli. Mi ricordo che quando ero in vacanza non bevevo mai il cappuccino perchè il latte mi faceva venire mal di pancia e preferivo evitare in vacanza. Ma allora perchè continuavo a berlo anche a casa? Abitudine? Ho sempre fatto così, il latte è necessario perchè non dovrei berlo neanche a casa... ma a questa conclusione sono arrivata solo dopo aver visto la salute ritrovata dopo aver eliminato tutti i latticini...

Mi si potrebbe dire: "Vabbè ma perchè tu eri intollerante e non lo sapevi perciò stai meglio ora, ma a me piace il formaggio e non mi fa male... " davvero? cosa significa essere in salute? mal di testa, raffreddori e bronchiti, febbre, etc etc e poi dopo una certa età pasticca per il colesterolo, per la pressione etc etc... no questa non è salute vera.

Salute vera vuol dire lucidità mentale, forza ed energia vitale e gioia tutti i giorni. Non è sempre così, ogni tanto anche io prendo un raffreddore (seppure in forma molto più breve e leggera) e non sono a livello emotivo al top, ma è la quantità dei giorni che cambia ed anche la gravità del malessere psicologico o fisico. 

Per ottenere la salute vera cosa possiamo fare? Ritrovare la Natura e seguire le sue Leggi. Liberiamoci dai condizionamenti ed iniziamo a vedere il mondo per quello che è e non attraverso il filtro della società antropocentrica.


Rendiamoci conto di una regola fondamentale: non fare agli altri ciò che non vorresti che facessero a te:
cosa è costretta a fare una mucca? Abbandonare il figlio appena nato per andare a lavorare costretta a dar via litri e litri di latte.
Contro natura a partire dall'inseminazione artificiale, il vitellino verrà ucciso prestissimo, in natura non produrrebbe tutto quel latte quindi anche costretta ad assumere ormoni ed antibiotici.
A parte queste ultime barbarie, il fatto che la mamma mucca debba lasciare il vitellino per andare a lavorare cosa vi fa pensare?
Alla società moderna in cui la donna non può permettersi di non essere produttiva nel mondo del lavoro e deve rientrare prestissimo "abbandonando" il figlio ai nonni se va bene, ma più spesso ai nidi o alla babysitter...
Le galline più o meno hanno lo stesso destino... in natura non farebbero uova tutti i giorni, certo che se sono in batteria una attaccata all'altra, con la luce artificiale e viene tolto l'uovo lo rifaranno... anche quando il contadino toglie l'uovo appena fatto alla gallina felice che razzola nella campagna la induce a produrne un altro, stressando il fisico continuamente anche se in condizioni meno barbariche... per non parlare poi del fatto che anche se sono "galline felici" continuare a comprare uova significa continuare a far tritare i pulcini maschi che non servono allo scopo e poi galline e mucche quando saranno anziane o semplicemente tanto sfruttate da non rendere più uova e latte che fine faranno?

Ci sono state tante femministe negli anni che si sono battute per i diritti delle donne e spesso erano anche vegetariane perchè si rendevano conto che il trattamento inflitto alle donne era lo stesso inflitto agli animali, non buttiamo via questi sacrifici, apriamo gli occhi e smettiamo di sfruttare gli animali, così da poter smettere anche noi stessi di essere sfruttati.

Ma come possiamo smettere di sfruttarli? Smettendo di farci usare dai condizionamenti, rendiamoci consapevoli del perchè mangiamo certi cibi, perchè li cerchiamo continuamente e quanto in realtà facciano male a noi stessi, agli animali ed all'ambiente.

Smettiamo di comportarci da delfini che si fanno premiare con il cibo e smettiamo anche di andarli a vedere gli animali ammaestrati nelle loro prigioni dorate: i delfini come i leoni, come qualsiasi Animale sulla Terra ha diritto di vivere nel suo habitat... se noi abbiamo scelto di rinchiuderci in scatolette (fateci caso a come i palazzi assomiglino agli alveari e non lamentatevi se vi fanno sentire api operaie) non rinchiudiamoci anche gli Animali, che sia per il nostro intrattenimento o peggio ancora per la nostra alimentazione la loro libertà è sacra come la nostra.


Con Amore

Mary


giovedì 9 marzo 2017

Guarire dal cancro si può!

Si può guarire dal cancro senza fare la chemioterapia, ma si può guarire dal cancro anche NONOSTANTE la chemioterapia.
 
E’ necessaria però la Volontà del Cambiamento ed è fondamentale non lasciarsi prendere dalla paura che bloccherebbe ogni processo in tal senso.
 
Ecco un illuminante libro sull’argomento del Dottor Sergio Signori:
 
Libere testimonianze di guarigione
http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__siamo-guariti-dal-cancro.php?pn=5891
 
"Possiamo guarire dal cancro, come da qualsiasi malattia".
 
Questa affermazione dell'autore si fonda su conoscenze millenarie nonché sulle ultime scoperte dell'Epigenetica, della Nuova Biologia, della Nuova Medicina; ma soprattutto il libro riporta "prove", prove viventi: persone guarite.
 
In poco tempo l'autore ha raccolto quarantadue storie di guarigione; ma quanti saranno i guariti? Si parla di persone guarite nei modi più diversi da tumori, linfomi, leucemie "maligni" scardinando prognosi, protocolli, convinzioni consolidate; qualcuno è guarito perfino "in fase terminale"; una persona è guarita in modo miracoloso, con tanto di documentazione medica.
 
Dunque la guarigione è un potenziale intrinseco, individuale e contemporaneamente collettivo. L'attenzione va spostata dalla "malattia" alla Persona e alle sue potenzialità e connessioni col Tutto, comprendendo che cancro, linfomi, leucemie sono un processo che ha un senso e un messaggio. Si dice che molte persone muoiono di cancro; se fosse un colossale errore? Perché molte persone muoiono? Perché altre guariscono?
 
Si prospetta di superare le convinzioni comuni, di uscire dall'isolamento e di creare una rete di guarigione. Tutti siamo chiamati a contribuire a diffondere questo messaggio di guarigione, di fiducia, di Vita.
 
AUTORE
Sergio Signori, laureato in Medicina e Chirurgia nel 1974 col massimo dei voti e lode, è specializzato in Medicina Interna. Per quindici anni ha lavorato come medico di ruolo in Medicina Generale all’Ospedale di Vicenza.
 
Successivamente ha scelto libera professione, formandosi, tra le altre, in Omeopatia, Ayurveda, Fitoterapia, Floriterapia di Bach. Parallelamente ha portato avanti un costante percorso di ricerca interiore. Pratica la Medicina Olistica considerando la persona un’unità inscindibile di corpo, mente, sentimenti, energia, relazioni, ambiente e spirito.
 
Intervista al Dott. Sergio Signori: