Con molto piacere ricevo e condivido con voi questa
interessantissima ed illuminante (è il caso di dirlo) testimonianza del caro
amico Davide.
Questa testimonianza non deve essere considerata un parere o
un consiglio medico, perché ovviamente non lo è, ma può essere un importante
spunto di riflessione soprattutto per sfatare alcuni miti sulla presunta
“pericolosità” del Sole.
Come sempre il mio consiglio è di non credere a nessuno, nemmeno
a questo blog , ma di informarsi, approfondire e verificare, perchè solo
l’esperienza in prima persona può generare la vera Consapevolezza di noi stessi
e del mondo intorno a noi.
Felice Vita Consapevole
Salvo
by Davide "Moksha"
Ciao, mi chiamo Davide, ed ho 33 anni. Volevo
condividere con voi la mia esperienza di quest'anno, in cui per la prima volta
ho giovato appieno del Sole in tutta la sua potenzialità, senza uso di creme,
occhiali da sole e senza scottarmi.
Premetto che ho una pelle da sempre molto (ma molto)
bianca, un fenotipo delicato che tende a scottarsi in un attimo non appena il
primo Sole un po' più intenso compare verso la primavera.
Fin da piccolo, ho sempre dovuto proteggermi molto
bene con magliette, creme solari ad alta protezione (gradazione dal 30 al 50),
quindi non potendo quasi mai esporre la pelle "pulita" direttamente
alla luce solare ed in più impiastrandomi con una lista lunghissima di
sostanze, per lo più aberranti, contenute nelle creme (molte delle quali, a
forte sospetto di alto potenziale nocivo). Di solito, dopo l'uso delle creme,
mi si ingrassava ancor di più la pelle e sul viso spesso mi venivano
brufoletti, eccesso sebaceo ecc.
La mia pelle non aveva neanche il tempo di diventare
colorita per la fine dell'estate e quindi anche se solo per un giorno, per poco
tempo, la crema mi si toglieva e rimanevo al sole, la sera la scottatura era
garantita. Ho anche sempre usato gli occhiali da sole: alla fine credevo anche
qui nella (dis) informazione che dilaga, ovvero che i raggi del sole fanno male
agli occhi, che bisogna proteggere con occhiali ecc., ed, in effetti, creando
un'abitudine a portarli, si è sempre più vincolati ad essi e si sviluppa
un'ipersensibilità che poi ci porta a non poterne più fare a meno, neanche
nelle giornate di sole invernali.
Fortunatamente, da quest'anno, anche con progressi che
ho fatto nell'alimentazione (che è passata, in circa 3 anni e mezzo, da
vegetariana, a vegana, a fruttaliana e fruttariana) ed alle nuove informazioni
che sono riuscito a reperire da amici, conferenze e dall'Igienismo Naturale,
sono riuscito ad avere un altro "rapporto" con il nostro Sole.
Ho scoperto che, così come i nostri progenitori e così
come tutti i "primati" e tutti gli animali allo stato naturale, anche
l'uomo, nel suo clima ideale (sub-tropicale - equatoriale) prenderebbe il sole
un po' tutto l'anno e, comunque, riuscirebbe ad abituarsi al sole più caldo
iniziando dalla primavera ad esporsi al sole più gentile, quindi già automaticamente
adottando una gradualità che lo porterebbe ad essere abituato e resistente ai
raggi più intensi dell'estate. Ed ovviamente, senza chimica, senza crema, senza
coprirsi, senza...ombrelloni!
Decisi quindi di approfittare subito dei primi raggi
di sole di marzo, non appena si facevano vedere, cercando di uscire almeno
mezz'oretta dall'ufficio durante la pausa pranzo, andando in una stradina un
po' appartata ed esponendomi direttamente (per le parti che riuscivo a scoprire
"accettate" dalla società del "falso pudore", quindi
faccia, braccia ed un po' le gambe), senza nessuna crema.
Iniziai con 15-20 min di esposizione al flebile sole
di marzo (flebile almeno qui al nord, in Piemonte), per poi pian piano arrivare
anche a circa 30 min, orientativamente nella fascia oraria 14.00-14.30.
Tutto ok: nessun problema e vedevo che la mia pelle,
bianca "smorta" cominciava ad assumere un colorito, diventava più
liscia e iniziava ad aumentare anche la sensazione di buonumore ed energia.
Presi così fiducia e, nelle giornate più calde festive,
mi recavo in un giardino pubblico e mi mettevo in costume a prendere il sole a
corpo intero, prima mezz'ora per lato, poi un'ora, decidendo di quanto
incrementare semplicemente ascoltando il corpo: stando al sole non più del tempo
che fa arrivare un leggerissimo arrossamento "sano", senza mai
arrivare al limite della scottatura, ed incrementando solo quando la pelle è
diventata scura a sufficienza per non dare più questo sintomo.
Via via che i mesi passavano, vedevo che le mie energie
aumentavano, assieme al buonumore ed alla voglia di stare all'aperto, al sole,
di fare attività fisica.
Inoltre, prendendo il sole, anche il senso della fame
(spesso falsa perché solo emotiva) si riduceva, come se i raggi solari mi
ricaricassero come una pila!
Riguardo alla fascia oraria in cui prendevo il sole,
dopo aver seguito alcune conferenze ed interviste di esperti, scelsi quella a
cavallo delle ore più calde (11.30-15.30 circa). Al contrario di come
attualmente la medicina istituzionalizzata (e quindi l'immaginario collettivo)
divulga, per beneficiare della produzione della vitamina D da parte del sole,
occorre prenderlo nelle ore più calde, in quanto i raggi UVB, responsabili
della produzione della vitamina, sono onde elettromagnetiche a corta lunghezza
d'onda, quindi riescono a raggiungerci solo quando il sole è piuttosto a
perpendicolo rispetto alla superficie terrestre.
In realtà, anche la medicina istituzionalizzata, fino
a circa 100 anni fa, ha sempre usato i bagni solari in fasce calde della
giornata come cura per molti problemi (debolezza, rachitismo, problemi alla
pelle, disturbi psicologici come depressione, ecc.), poi, un po' per allarmismo
e scarsa informazione sul come prendere il sole con cautela, un po' per motivi
culturali, un po' per interessi economici a vendere prodotti cosmetici (i
quali, a loro volta, essendo nocivi loro stessi ed impedendo di assumere
direttamente la benefica vitamina D, alimentano indirettamente anche
l'industria del farmaco), i bagni solari caddero in disuso e la disinformazione
dilagò (ora, in tv e ovunque vi sia un medico che dà consigli, si sente
l'opposto: prendere il sole con protezione ed evitarlo nelle ore più calde!).
Oltre al fatto che la maggior parte delle persone non vive in climi specifici per
la nostra specie, anche questa disinformazione contribuisce a far rimanere
molto bassi i livelli del sangue di vitamina D nella media della popolazione,
soprattutto nei paesi più nordici, dove vi è ancor più carenza solare, sia come
ore di luce che come intensità dei raggi.
Come ho già detto, le ore più calde sono, sì, anche
quelle dove c'è più rischio di scottatura, ma proteggendo bene la testa, con un
cappellino, ed abituando la pelle (e la mia è sempre stata bianchissima!) prima
per pochi minuti, senza troppo arrossarsi, poi aumentando il tempo
d'esposizione, si può arrivare a prendere il sole nelle ore più calde anche 1h
per lato del corpo senza avvertire disturbi e facendo un pieno di vitamina D,
la quale ci aiuterà a prevenire tante malattie ed a regalarci quella vitalità,
quel buonumore e quella forza che, spesso, lontani dal nostro ambiente naturale
sub-tropicale, ci hanno fatto dimenticare.
Personalmente, ho anche verificato i livelli di
vitamina D nel mio sangue, ed essi, grazie a queste tecniche, si sono
assestati, senza uso di integratori, agli stessi livelli di quando ne assumevo.
Queste informazioni, assieme ai benefici della
vitamina D e la sua importanza nella prevenzione delle malattie, si possono
trovare in questa intervista alla Dott.ssa Debora Rasio https://www.youtube.com/watch?v=Sf8_R_ScBhE
oppure anche in questa altra intervista https://www.youtube.com/watch?v=-89uGl2D5IE
Quando possibile, al mattino presto, sennò con gli
occhi semichiusi o non guardandolo direttamente, faccio anche Sungazing, ovvero
l'osservazione del sole. Avevo letto degli incredibili benefici che questa
tecnica può portare, se fatta con le dovute cautele. Dev'essere graduale, pochi
secondi e poi chiudere gli occhi, e non guardando direttamente il disco solare,
oppure guardandolo solo all'alba o al tramonto, altrimenti si rischia, sì, di
procurare danni seri. Sentii grande riconnessione ancor più profonda con il
Sole che per tutta la vita mi ero quasi sempre negato nella sua fruizione
appieno, sentivo che la luce mi rinvigoriva, mi faceva uscire dal letargo delle
stagioni fredde e aiutava a ristorare il mio cuore anche dalle brutte giornate,
contribuendo a restituirmi le energie perse ed il buonumore, la voglia di
essere attivo e vitale. Per giovarne, è molto utile anche non usare occhiali da
sole: ne ero quasi dipendente, non potevo farne a meno neanche d'inverno, ma
abituandomi, riuscii proprio a non sentirne più il bisogno, perché gli occhi ed
il corpo vogliono in realtà riceverla questa luce a loro tanto necessaria e,
dopo un po' che si riesce a fare a meno degli occhiali da sole, si sente
proprio la necessità a farsi permeare appieno da questa energia, stando
all'aperto e cercando di guardare, con le giuste cautele, tutta questa luce.
Se stiamo troppo al buio, o non facciamo entrare negli
occhi sufficiente luce, è come se comunicassimo al corpo che siamo in una
stagione buia, fredda, quasi come se incentivassimo un "letargo", con
tutti i suoi sintomi, quali senso si stanchezza, svogliatezza, ecc. , con
possibile rallentamento anomalo del metabolismo e causando, talvolta, anche
disturbi dell'umore. Tutti noi conosciamo, infatti, gli effetti metereopatici
che, spesso, ci fanno sentire tristi nelle giornate uggiose o comunque, quando
c'è carenza di luce, ed invece più pimpanti nelle belle giornate. In generale,
come è giusto che sia in natura, la luce stimola la veglia, mentre l'oscurità
stimola il sonno ed il riposo. Se noi, anche di giorno, ci copriamo gli occhi,
è come se simulassimo un crepuscolo perenne, portando il corpo ad alterare i
propri bioritmi in modo non naturale e quindi poi, magari, avendo bisogno di
più ore di sonno del normale o, forse peggio, di cibi e bevande stimolanti (per
non parlare di farmaci), per ripristinare le prestazioni che la natura ci
darebbe spontaneamente.
L'occhio è la porta, l'unica trasparente, attraverso
la quale i raggi del sole possono raggiungere e irradiare direttamente il
sangue. Tutto il flusso sanguigno del nostro corpo, in circa due ore,
attraversa i nostri occhi: se quindi stiamo alla luce, cerchiamo (con gli
accorgimenti di sicurezza e prudenza sopra menzionati) di abituarci a, quando è
possibile, osservare il sole, oppure a puntare lo sguardo un po' più in basso
del disco solare e tenere gli occhi semiaperti, i raggi del sole arriveranno a
permeare tutto il nostro sangue e linfa, donandoci la produzione di altra
vitamina D, purificando la circolazione, stimolando la naturale vitalità e
forza dell'organismo, tipiche delle stagioni calde, dove il clima diventa più
simile a quello specifico per la nostra specie, apportando benefici anche alla
sfera psicologica e spirituale. Vi sarà un senso di benessere e rinascita.
Anche il Sungazing è una pratica molto antica, citata già, ad esempio, negli
antichi testi dello Yoga (Trataka: fissazione dello sguardo in un punto, anche
luminoso, come il sole mattutino e serale) e praticata da millenni. Potete
cercare su internet dove vi sono moltissimi articoli, ai quali vi invito di
riferirvi per ulteriori dettagli su questa pratica e sui suoi benefici.
Questa è stata la mia esperienza di, per così dire,
"riconnessione col Sole", che se posso ripeto anche nelle stagioni
più fredde, durante le passeggiate in cui cerco di esporre viso e braccia al
Sole e cercando anche di guardarlo, magari non direttamente, oppure quando è un
poco velato da una nuvola ed è possibile tenere lo sguardo fisso.
Sento che il pieno di vitalità e vitamine che ho
potuto avere quest'estate mi accompagnerà fino alla prossima bella stagione ed
è come se quel Sole caldo permanesse dentro, mantenendo quella forza e carica
che tanto sono a noi necessarie per giungere a quel Ben-Essere costante e
duraturo, che magari ci siamo un po' dimenticati, ma al quale tutti possiamo di
nuovo attingere.
Davide