mercoledì 30 dicembre 2015

Prendere il Sole per il massimo dei benefici senza conseguenze negative - by Davide "Moksha"

Con molto piacere ricevo e condivido con voi questa interessantissima ed illuminante (è il caso di dirlo) testimonianza del caro amico Davide.

Questa testimonianza non deve essere considerata un parere o un consiglio medico, perché ovviamente non lo è, ma può essere un importante spunto di riflessione soprattutto per sfatare alcuni miti sulla presunta “pericolosità” del Sole.

Come sempre il mio consiglio è di non credere a nessuno, nemmeno a questo blog , ma di informarsi, approfondire e verificare, perchè solo l’esperienza in prima persona può generare la vera Consapevolezza di noi stessi e del mondo intorno a noi.

Felice Vita Consapevole
Salvo


by Davide "Moksha"

Ciao, mi chiamo Davide, ed ho 33 anni. Volevo condividere con voi la mia esperienza di quest'anno, in cui per la prima volta ho giovato appieno del Sole in tutta la sua potenzialità, senza uso di creme, occhiali da sole e senza scottarmi.

Premetto che ho una pelle da sempre molto (ma molto) bianca, un fenotipo delicato che tende a scottarsi in un attimo non appena il primo Sole un po' più intenso compare verso la primavera.

Fin da piccolo, ho sempre dovuto proteggermi molto bene con magliette, creme solari ad alta protezione (gradazione dal 30 al 50), quindi non potendo quasi mai esporre la pelle "pulita" direttamente alla luce solare ed in più impiastrandomi con una lista lunghissima di sostanze, per lo più aberranti, contenute nelle creme (molte delle quali, a forte sospetto di alto potenziale nocivo). Di solito, dopo l'uso delle creme, mi si ingrassava ancor di più la pelle e sul viso spesso mi venivano brufoletti, eccesso sebaceo ecc.

La mia pelle non aveva neanche il tempo di diventare colorita per la fine dell'estate e quindi anche se solo per un giorno, per poco tempo, la crema mi si toglieva e rimanevo al sole, la sera la scottatura era garantita. Ho anche sempre usato gli occhiali da sole: alla fine credevo anche qui nella (dis) informazione che dilaga, ovvero che i raggi del sole fanno male agli occhi, che bisogna proteggere con occhiali ecc., ed, in effetti, creando un'abitudine a portarli, si è sempre più vincolati ad essi e si sviluppa un'ipersensibilità che poi ci porta a non poterne più fare a meno, neanche nelle giornate di sole invernali.

Fortunatamente, da quest'anno, anche con progressi che ho fatto nell'alimentazione (che è passata, in circa 3 anni e mezzo, da vegetariana, a vegana, a fruttaliana e fruttariana) ed alle nuove informazioni che sono riuscito a reperire da amici, conferenze e dall'Igienismo Naturale, sono riuscito ad avere un altro "rapporto" con il nostro Sole.

Ho scoperto che, così come i nostri progenitori e così come tutti i "primati" e tutti gli animali allo stato naturale, anche l'uomo, nel suo clima ideale (sub-tropicale - equatoriale) prenderebbe il sole un po' tutto l'anno e, comunque, riuscirebbe ad abituarsi al sole più caldo iniziando dalla primavera ad esporsi al sole più gentile, quindi già automaticamente adottando una gradualità che lo porterebbe ad essere abituato e resistente ai raggi più intensi dell'estate. Ed ovviamente, senza chimica, senza crema, senza coprirsi, senza...ombrelloni!

Decisi quindi di approfittare subito dei primi raggi di sole di marzo, non appena si facevano vedere, cercando di uscire almeno mezz'oretta dall'ufficio durante la pausa pranzo, andando in una stradina un po' appartata ed esponendomi direttamente (per le parti che riuscivo a scoprire "accettate" dalla società del "falso pudore", quindi faccia, braccia ed un po' le gambe), senza nessuna crema.

Iniziai con 15-20 min di esposizione al flebile sole di marzo (flebile almeno qui al nord, in Piemonte), per poi pian piano arrivare anche a circa 30 min, orientativamente nella fascia oraria 14.00-14.30.

Tutto ok: nessun problema e vedevo che la mia pelle, bianca "smorta" cominciava ad assumere un colorito, diventava più liscia e iniziava ad aumentare anche la sensazione di buonumore ed energia.

Presi così fiducia e, nelle giornate più calde festive, mi recavo in un giardino pubblico e mi mettevo in costume a prendere il sole a corpo intero, prima mezz'ora per lato, poi un'ora, decidendo di quanto incrementare semplicemente ascoltando il corpo: stando al sole non più del tempo che fa arrivare un leggerissimo arrossamento "sano", senza mai arrivare al limite della scottatura, ed incrementando solo quando la pelle è diventata scura a sufficienza per non dare più questo sintomo.

Via via che i mesi passavano, vedevo che le mie energie aumentavano, assieme al buonumore ed alla voglia di stare all'aperto, al sole, di fare attività fisica.

Inoltre, prendendo il sole, anche il senso della fame (spesso falsa perché solo emotiva) si riduceva, come se i raggi solari mi ricaricassero come una pila!

Riguardo alla fascia oraria in cui prendevo il sole, dopo aver seguito alcune conferenze ed interviste di esperti, scelsi quella a cavallo delle ore più calde (11.30-15.30 circa). Al contrario di come attualmente la medicina istituzionalizzata (e quindi l'immaginario collettivo) divulga, per beneficiare della produzione della vitamina D da parte del sole, occorre prenderlo nelle ore più calde, in quanto i raggi UVB, responsabili della produzione della vitamina, sono onde elettromagnetiche a corta lunghezza d'onda, quindi riescono a raggiungerci solo quando il sole è piuttosto a perpendicolo rispetto alla superficie terrestre.

In realtà, anche la medicina istituzionalizzata, fino a circa 100 anni fa, ha sempre usato i bagni solari in fasce calde della giornata come cura per molti problemi (debolezza, rachitismo, problemi alla pelle, disturbi psicologici come depressione, ecc.), poi, un po' per allarmismo e scarsa informazione sul come prendere il sole con cautela, un po' per motivi culturali, un po' per interessi economici a vendere prodotti cosmetici (i quali, a loro volta, essendo nocivi loro stessi ed impedendo di assumere direttamente la benefica vitamina D, alimentano indirettamente anche l'industria del farmaco), i bagni solari caddero in disuso e la disinformazione dilagò (ora, in tv e ovunque vi sia un medico che dà consigli, si sente l'opposto: prendere il sole con protezione ed evitarlo nelle ore più calde!). Oltre al fatto che la maggior parte delle persone non vive in climi specifici per la nostra specie, anche questa disinformazione contribuisce a far rimanere molto bassi i livelli del sangue di vitamina D nella media della popolazione, soprattutto nei paesi più nordici, dove vi è ancor più carenza solare, sia come ore di luce che come intensità dei raggi.

Come ho già detto, le ore più calde sono, sì, anche quelle dove c'è più rischio di scottatura, ma proteggendo bene la testa, con un cappellino, ed abituando la pelle (e la mia è sempre stata bianchissima!) prima per pochi minuti, senza troppo arrossarsi, poi aumentando il tempo d'esposizione, si può arrivare a prendere il sole nelle ore più calde anche 1h per lato del corpo senza avvertire disturbi e facendo un pieno di vitamina D, la quale ci aiuterà a prevenire tante malattie ed a regalarci quella vitalità, quel buonumore e quella forza che, spesso, lontani dal nostro ambiente naturale sub-tropicale, ci hanno fatto dimenticare.

Personalmente, ho anche verificato i livelli di vitamina D nel mio sangue, ed essi, grazie a queste tecniche, si sono assestati, senza uso di integratori, agli stessi livelli di quando ne assumevo.

Queste informazioni, assieme ai benefici della vitamina D e la sua importanza nella prevenzione delle malattie, si possono trovare in questa intervista alla Dott.ssa Debora Rasio https://www.youtube.com/watch?v=Sf8_R_ScBhE  oppure anche in questa altra intervista https://www.youtube.com/watch?v=-89uGl2D5IE

Quando possibile, al mattino presto, sennò con gli occhi semichiusi o non guardandolo direttamente, faccio anche Sungazing, ovvero l'osservazione del sole. Avevo letto degli incredibili benefici che questa tecnica può portare, se fatta con le dovute cautele. Dev'essere graduale, pochi secondi e poi chiudere gli occhi, e non guardando direttamente il disco solare, oppure guardandolo solo all'alba o al tramonto, altrimenti si rischia, sì, di procurare danni seri. Sentii grande riconnessione ancor più profonda con il Sole che per tutta la vita mi ero quasi sempre negato nella sua fruizione appieno, sentivo che la luce mi rinvigoriva, mi faceva uscire dal letargo delle stagioni fredde e aiutava a ristorare il mio cuore anche dalle brutte giornate, contribuendo a restituirmi le energie perse ed il buonumore, la voglia di essere attivo e vitale. Per giovarne, è molto utile anche non usare occhiali da sole: ne ero quasi dipendente, non potevo farne a meno neanche d'inverno, ma abituandomi, riuscii proprio a non sentirne più il bisogno, perché gli occhi ed il corpo vogliono in realtà riceverla questa luce a loro tanto necessaria e, dopo un po' che si riesce a fare a meno degli occhiali da sole, si sente proprio la necessità a farsi permeare appieno da questa energia, stando all'aperto e cercando di guardare, con le giuste cautele, tutta questa luce.

Se stiamo troppo al buio, o non facciamo entrare negli occhi sufficiente luce, è come se comunicassimo al corpo che siamo in una stagione buia, fredda, quasi come se incentivassimo un "letargo", con tutti i suoi sintomi, quali senso si stanchezza, svogliatezza, ecc. , con possibile rallentamento anomalo del metabolismo e causando, talvolta, anche disturbi dell'umore. Tutti noi conosciamo, infatti, gli effetti metereopatici che, spesso, ci fanno sentire tristi nelle giornate uggiose o comunque, quando c'è carenza di luce, ed invece più pimpanti nelle belle giornate. In generale, come è giusto che sia in natura, la luce stimola la veglia, mentre l'oscurità stimola il sonno ed il riposo. Se noi, anche di giorno, ci copriamo gli occhi, è come se simulassimo un crepuscolo perenne, portando il corpo ad alterare i propri bioritmi in modo non naturale e quindi poi, magari, avendo bisogno di più ore di sonno del normale o, forse peggio, di cibi e bevande stimolanti (per non parlare di farmaci), per ripristinare le prestazioni che la natura ci darebbe spontaneamente.

L'occhio è la porta, l'unica trasparente, attraverso la quale i raggi del sole possono raggiungere e irradiare direttamente il sangue. Tutto il flusso sanguigno del nostro corpo, in circa due ore, attraversa i nostri occhi: se quindi stiamo alla luce, cerchiamo (con gli accorgimenti di sicurezza e prudenza sopra menzionati) di abituarci a, quando è possibile, osservare il sole, oppure a puntare lo sguardo un po' più in basso del disco solare e tenere gli occhi semiaperti, i raggi del sole arriveranno a permeare tutto il nostro sangue e linfa, donandoci la produzione di altra vitamina D, purificando la circolazione, stimolando la naturale vitalità e forza dell'organismo, tipiche delle stagioni calde, dove il clima diventa più simile a quello specifico per la nostra specie, apportando benefici anche alla sfera psicologica e spirituale. Vi sarà un senso di benessere e rinascita. Anche il Sungazing è una pratica molto antica, citata già, ad esempio, negli antichi testi dello Yoga (Trataka: fissazione dello sguardo in un punto, anche luminoso, come il sole mattutino e serale) e praticata da millenni. Potete cercare su internet dove vi sono moltissimi articoli, ai quali vi invito di riferirvi per ulteriori dettagli su questa pratica e sui suoi benefici.

Questa è stata la mia esperienza di, per così dire, "riconnessione col Sole", che se posso ripeto anche nelle stagioni più fredde, durante le passeggiate in cui cerco di esporre viso e braccia al Sole e cercando anche di guardarlo, magari non direttamente, oppure quando è un poco velato da una nuvola ed è possibile tenere lo sguardo fisso.

Sento che il pieno di vitalità e vitamine che ho potuto avere quest'estate mi accompagnerà fino alla prossima bella stagione ed è come se quel Sole caldo permanesse dentro, mantenendo quella forza e carica che tanto sono a noi necessarie per giungere a quel Ben-Essere costante e duraturo, che magari ci siamo un po' dimenticati, ma al quale tutti possiamo di nuovo attingere.

Davide



lunedì 14 dicembre 2015

Kamut: un mito da sfatare



Ha buone proprietà nutrizionali ed è eccellente per la pastificazione, ma non è stato "risvegliato" da una tomba egizia e non è adatto ai celiaci. Inoltre viene coltivato e venduto in regime di monopolio, ha un costo eccessivo e una pesante impronta ecologica.



Luci e ombre sul Kamut - o meglio, del Khorasan: un tipo di frumento che tra l'altro abbiamo anche in Italia.
"Kamut" non è il nome di un grano, ma il marchio commerciale (come "Mulino Bianco" o "McDonald's") che la società Kamut International ltd ha posto su una varietà di frumento registrata negli Stati Uniti con la sigla QK-77, coltivata e venduta in regime di monopolio e famoso in tutto il mondo grazie a un'operazione di marketing senza precedenti.

C'è chi chiama questa varietà anche "grano del faraone", perchè si racconta che i suoi semi sono stati ritrovati intorno alla metà dello scorso secolo in una tomba egizia e inviati nel Montana, dove dopo migliaia di anni sono stati "risvegliati" e moltiplicati.
Il marketing decisamente efficace che è alla base del successo del Kamut ha fatto leva su tre aspetti: la suggestiva leggenda del suo ritrovamento, l'attribuzione di eccezionali qualità nutrizionali e una presunta compatibilità per gli intolleranti al glutine. Parliamone.
Il Frumento orientale o grano grosso o Khorasan - lo chiamiamo con il suo nome tramandato, comune e «pubblico», mentre Kamut è un nome di fantasia registrato - è una specie (Triticum turgidum subsp. turanicum) appartenente allo stesso gruppo genetico del frumento duro: presenta un culmo (fusto) alto anche 180 cm; ha la cariosside (chicco) nuda e molto lunga, più di quella di qualunque altro frumento; è originario della fascia compresa tra l'Anatolia e l'Altopiano iranico (Khorasan è il nome di una regione dell'Iran); nel corso dei secoli si è diffuso sulle sponde del Mediterraneo orientale, dove in aziende di piccola scala è sopravvissuto all'espansione del frumento duro e tenero.

L'invenzione commerciale del ritrovamento
Dunque, per trovare il Khorasan in Egitto non era (e non è) davvero necessario scomodare le tombe dei faraoni; senza contare che un tipo di Khorasan era (e, marginalmente ancora è) coltivato anche tra Lucania, Sannio e Abruzzo: è la Saragolla, da non confondere con una omonima varietà migliorata di frumento duro ottenuta da incrocio e registrata nel 2004 dalla Società Produttori Sementi di Bologna. Inoltre non bisogna dimenticare che la germinabilità del frumento decade dopo pochi decenni, per quanto ideali siano le condizioni di conservazione. Tutto questo porta a riconoscere nella storia del presunto ritrovamento del Khorasan/Kamut solo una fantasiosa invenzione commerciale, elaborata per stimolare il desiderio di qualcosa di puro, antico ed esotico. E, a onore del vero, anche la stessa K.Int. ha preso le distanze dalla leggenda che, peraltro, ormai non ha più bisogno di essere incoraggiata.
Dai dati oggi disponibili, di fonte pubblica e privata, tra gli elementi di maggiore caratterizzazione del Khorasan ci sono un elevato contenuto proteico, in generale superiore alla media dei frumenti duri e teneri, e buoni valori di beta-carotene e selenio; per le altre componenti qualitative e nutrizionali non ci sono differenze sostanziali rispetto agli altri frumenti (vedi tabella 1 in fondo all'articolo).

Glutine: non ne è né privo né povero
Bisogna, infine, chiarire che, come ogni frumento, il Khorasan è inadatto per l'alimentazione dei celiaci, perché contiene glutine (e non ne è né privo, né povero, come, poco responsabilmente, una certa comunicazione pubblicitaria afferma o lascia intendere) e ne contiene in misura superiore a quella dei frumenti teneri e a numerose varietà di frumento duro (vedi tabella 2 in fondo all'articolo).
Detto ciò, il Khorasan è certamente un frumento rustico, con ampia adattabilità ambientale, eccellente per la pastificazione. Come ogni frumento che non è stato sottoposto a processi di miglioramento genetico o a una pressione selettiva troppo spinta, non ha un glutine tenace e di tenore elevato, e proprio per questo motivo pare che sia più facilmente digeribile dalle persone che soffrono di lievi allergie e intolleranze, comunque non riconducibili alla celiachia: ma questo è proprio ciò che si può dire anche dei farri e delle «antiche» varietà locali di frumento duro e tenero. Se la sua coltivazione è biologica (come permette la sua rusticità e come, per i propri prodotti, assicura il disciplinare del marchio Kamut), si può dire che senz'altro è un prodotto salutare, senza però scadere in esagerazioni né in forzature incoraggiate dalla moda e dal marketing del salutismo.

Costi elevati, per il portafoglio e per il Pianeta
Restano ancora tre aspetti che gettano un'ombra sul prodotto a marchio Kamut (ma non sul Khorasan!):
• il monopolio commerciale imposto dalla K.Int. su un frumento tradizionale che, come tale, dovrebbe invece essere patrimonio di tutti, e più di chiunque altro delle comunità che nel tempo lo hanno conservato e tramandato;
• il costo eccessivo del prodotto finito (dall'80 al 200% in più di una pasta di comune grano duro biologico), poco giustificabile a sostanziale parità di valori qualitativi e nutrizionali, dovuto al regime di monopolio, ai costi di trasporto, ai diritti di uso e ai costi di propaganda, ma dovuto anche agli effetti di un mercato dell'eccellenza che trasforma il cibo in oggetto di lusso, di gratificazione e di distinzione, e che specula sul desiderio di rassicurazione e sul bisogno di salute;
• la pesante impronta ecologica legata allo spostamento di un prodotto perlopiù coltivato dall'altra parte del Mondo che arriva sulle nostre tavole attraverso una filiera molto lunga (migliaia di chilometri), e che, solo per questo fatto, non è compatibile con la filosofia della decrescita e con l'attenzione al consumo locale, fatto se possibile a «chilometri zero».

Note:
Per i dati riferiti in questo articolo, sono stati consultati i siti dell'Associazione Italiana Celiachia (www.celiachia.it), dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (www.inran.it), della Kamut International (www.kamut.com), dell'United States Department of Agricolture (www.usda.gov), dell'Institute Scientifique de Recherche Agronomique (http://grain.jouy.inra.fr), l'articolo di A. R. Piergiovanni, R. Simeone, A. Pasqualone, «Composition of whole and refined meals of Kamut under southern Italian conditions» su Chemical Engineering Transactions,
2009, vol.17: 891-896.

Articolo tratto dall'arretrato del mensile Terra Nuova Marzo 2010 disponibile nella versione eBook.


 


venerdì 13 novembre 2015

Zucchero: un conservante innaturale


L’altro giorno parlavo con degli amici che fanno marmellate fatte in casa al naturale, senza additivi e senza conservanti aggiunti, solo frutta … e zucchero ovviamente !
<<Come lo zucchero?>>  dico io,  <<la frutta è già tanto dolce di suo, a che serve lo zucchero?>>
<<Serve a conservarla>>, mi dicono loro, aggiungendo che hanno provato a farla senza lo zucchero ma in quel caso la marmellata è andata a male in poco tempo.

A questo punto mi è scattata una riflessione: lo zucchero fa da conservante dunque, come mai mi sono chiesto?  Non sarà mica che rende meno appetibile la confettura ai batteri? Non sarà mica un po’ quello che accade con i panini e le patatine dei fastfood  prodotti che resistono immutati in forma e consistenza nel tempo … nemmeno la muffa sembra gradirli … solo alcuni esseri umani se ne “alimentano” a caro prezzo per la propria salute.

Tornando allo zucchero (come il sale) chimicamente, ci dicono, che penetra nei tessuti e, catturando l’acqua, disidrata l’alimento creando un habitat non idoneo alla crescita di alcuni batteri.
A mio avviso però non è solo per questo che funge da conservante,  ma è anche dovuto al fatto che lo zucchero è di fatto una sostanza morta che non dà nutrienti ed è pure dannoso ed essendo l’ingrediente prevalente in molti cibi confezionati fa si che questi si conservino a lungo a differenza dei prodotti naturali e vivi che deperiscono velocemente;
Lo zucchero dunque è un conservante, un conservante INNATURALE ovviamente.

A questo punto è doveroso porsi qualche domanda:
Siamo proprio sicuri di voler conservare certi cibi aggiungendo una sostanza (lo zucchero) che molti ormai definiscono un vero e proprio veleno?
Non sarebbe meglio mangiare direttamente cibi freschi e vivi ?
Abbiamo proprio bisogno di cibi conservati e quasi mummificati che nemmeno i batteri vogliono più?
Torniamo a mangiare più dalla terra e meno dagli scaffali e la nostra Salute  ne gioverà J

Felice Vita
Salvo


Alcuni interessanti articoli sullo zucchero:

giovedì 5 novembre 2015

Connessione tra piano fisico e piano emozionale

Le malattie: un messaggio dell’anima


Se ti capita di avere mal di testa o di prendere un raffreddore ti chiedi mai da dove provenga?
Siamo vittime del destino infausto o di qualche virus o batterio cattivone che ci fa soffrire?
Ti do una bella notizia: noi siamo gli unici responsabili di tutto quello che ci capita…
Prendersi la responsabilità della propria salute può far paura ma è la cosa più bella che ci sia… sai di esser capace di rimanere in salute e hai tutti gli strumenti per farlo.

Partiamo dall’inizio… L’Igiene Naturale ci insegna che tutte le malattie hanno un’unica causa: la Tossiemia.
Quindi eliminando le tossine, cercando di non accumularne con una buona alimentazione ed aiutando il corpo ad eliminarle attraverso gli organi emuntori (reni, intestino, polmoni, pelle, fegato) e con una buona attività fisica, puoi garantirti una salute perfetta.
Ma da dove vengono queste tossine? Certamente dal cibo che ingeriamo, dagli scarti metabolici delle nostre cellule, esistono però anche le tossine “emozionali”.
In un mondo perfetto siamo tutto il giorno felici, contenti e soddisfatti ma è sempre così? No, anzi…
Noi creiamo 60 mila pensieri al giorno, i pensieri sono legati alle emozioni e non sempre abbiamo emozioni positive quindi i conflitti emozionali accadono ogni giorno.
Le emozioni legate ai pensieri negativi che facciamo diventano reali all’interno del nostro corpo, diventano tossine ed il corpo deve espellerle proprio allo stesso modo in cui espelle quelle metaboliche. Il corpo è perfetto e se non riesce ad espellere le tossine tramite gli organi emuntori fa un bel falò e le brucia, ma dove lo fa? C’è correlazione tra il punto del corpo dove c’è una infiammazione e l’emozione che ha creato le tossine da eliminare? Sì è tutto collegato, anche in questa corrispondenza il nostro corpo è perfetto.
Noi non siamo solo entità corporee dotate di mente, siamo esseri animici incarnati nel corpo che ha una mente. Quando c’è un disequilibrio tra corpo mente ed anima si verifica la malattia e l’anima comunica attraverso essa il suo disagio e cerca di farci capire dove stiamo sbagliando.

Per chi non ha mai sentito parlare di quest’argomento mi rendo conto che sarà un po’ difficile, anzi mi aspetto un certo scetticismo, non è facile da accettare ma la Metamedicina (questo metodo che collega i malesseri fisici con la psiche) è come l’Igienismo la chiave per la vera felicità.
Se io capisco che ho il mal di stomaco perché mi son preso una brutta arrabbiatura e “non l’ho digerita” ed ho il mal di gola perché “avrei voluto parlar chiaramente con quella persona ma non ci sono riuscito” non ti fanno più paura le malattie, sai che stai bruciando tossine emozionali, lasci fare senza prendere medicinali (ma questo già lo sai perché te l’ha insegnato l’Igienismo) , anzi acceleri la guarigione perché crei pensieri positivi che scacceranno più in fretta le tossine senza accumularne altre.

C’è quindi una causa/emozione precisa dietro ogni disturbo fisico… ti faccio qualche esempio:
il raffreddore è un bisogno di piangere non realizzato, le ginocchia fanno male quando non ci vogliamo “piegare” di fronte ad una situazione o una persona, la stitichezza è dovuta al desiderio di trattenere, la cistite è un senso di insicurezza nell’ambito familiare etc.
A guardarli da vicino sono anche abbastanza intuitivi: le ginocchia ci fanno piegare fisicamente per cui se fanno male non riusciamo a piegarci quindi la nostra anima ci sta dicendo: non piegarti.
Ho il mal d’orecchi… cosa non voglio ascoltare? Ho bisogno degli occhiali… cosa non voglio vedere? Ho la febbre… perché brucio dalla rabbia?
 Prova a pensare a qualche malattia passata e cerca una correlazione con qualche cosa successa prima…
La malattia quindi è dovuta ad un conflitto emozionale (e contemporaneamente è una crisi eliminativa dovuta ad un accumulo di tossine) ma è importante sottolineare che quando si presenta è già in fase risolutiva… il corpo si sta dando da fare per ripulirsi e noi possiamo aiutarlo con il riposo fisiologico e tutto ciò che ci insegna l’Igienismo ma anche con serenità d’animo dovuta a questa consapevolezza.

E le malattie croniche come si spiegano? Sapendo che in un anno cambiamo completamente tutte le nostre cellule perché si resta malati? Perché non cambia l’idea di essere ammalati.
Diceva Einstein: “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato".
Se diventiamo responsabili delle nostre scelte e consapevoli che la nostra vita è bellissima e vale la pena di viverla appieno possiamo modificare i nostri comportamenti partendo dalle emozioni e vivere felici ed in salute.

Felice Vita Consapevole
Marinella
  

martedì 3 novembre 2015

Come è cambiata la nostra vita ...

A volte le immagini valgono più di mille parole:


Per chi non ci conoscesse siamo Salvatore e Marinella e circa 2 anni fa la nostra vita è cambiata e noi siamo come rinati.

Abbiamo iniziato cambiando alimentazione, in 8 mesi abbiamo perso rispettivamente 23 e 12 chilogrammi e abbiamo risolto diversi fastidi e piccole patologie croniche con cui eravamo abituati a convivere da anni … poi è cambiato il nostro intero stile di vita, il nostro modo di pensare, di essere … insomma è cambiato il nostro modo di Vivere di sentirsi Vivi e  di Essere Felici …

Quel percorso che avevamo intrapreso per curiosità e per Salute è divenuto ben presto qualcosa di molto più grande di noi ... motivazione etica e consapevolezza sono diventate le motivazioni trainanti di quella che possiamo definire ormai una vera e propria Filosofia di Vita …

Pubblico qui di seguito qualche link di dettaglio sul nostro percorso di cambiamento nella speranza che queste informazioni possano essere utili a qualcun altro pronto alla sua rinascita …

Felice Vita
Salvo e Mary





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mercoledì 21 ottobre 2015

La Prova Vegana-Crudista-Igienista: Autunno


Ritorna  dal 2 al 8 Novembre “La Prova Vegano-Crudista-Igienista” questa volta in versione Autunnale.
In quest'avventura Serena sarà accompagnata da Francesca e Marinella ...

3 Splendide Energie
3 Forze della Natura
3 Bellissime Anime

Un Trio Meraviglioso :-)


Grazie di Cuore a Voi tutte.
...
Grazie Serena per organizzare questi eventi ed offrire il tuo tempo, le tue conoscenze, la tua esperienza, la tua carica energetica ed un supporto morale e concreto a tutti noi.
Grazie per quello che fai per diffondere uno Stile di Vita Sano, Naturale ed in Armonia con l’intero Creato.

L’Igiene Naturale ha trovato in te una paladina instancabile, determinata e dal sorriso luminoso.
Grazie di tutto davvero…
Grazie di Cuore <3

Potete seguire e partecipare all'Evento cliccando qui:
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Dettagli dell’evento tratti dal blog Il Drago Parlante qui di seguito:


Si ritorna per un’altra magnifica, entusiasmante esperienza… La Prova Vegana – Crudista – Igienista della stagione d’Autunno!!! E con questa completiamo il ciclo annuale… abbiamo cominciato in inverno (che fredduuuu!) e ce l’abbiamo fatta, ci siamo ritrovati in primavera (che voglia di stare bene!) e ce l’abbiamo fatta, l’abbiamo riproposta in estate (facilina con quel caldo 😛 ) e ce l’abbiamo strafatta. E ora? Non possiamo non finire l’anno in bellezza con un’altra strabiliante stagione 😀
Ad ogni edizione sono circa 1000 le persone che si mettono in gioco, che si sfidano, che si mettono alla… Prova. E tantissimi sono riusciti a portare a termine una settimana crudista, igienista o all’insegna del vegan! La piú bella cosa è stato il poter partecipare e ritrovarsi con persone sulla stessa linea d’onda. L’ambiente che si è creato è stato di reciproco sostegno, comprensione e positivitá….ed è sempre su questo sfondo che La Prova Vegana – Crudista – Igienista si ripresenta 😀
Io, Serena, de ilDragoParlante e La Serena Salute, Francesca Piu de followthegreenbunnye la nostra new-entry Marinella Mazzola di Maryincucina ripropongono l’evento che partirá da lunedí 02 di novembre per finire domenica 08, una settimana in cui ci mettiamo alla Prova (in tutti i sensi) e, grazie al web, abbiamo la speciale opportunitá di supportarci l’un con l’altra – ogni giorno.
Questo è un gruppo di persone con un obiettivo comune: portare a termine un’esperienza che cambia la vita, migliora la salute, per imparare qualcosa di nuovo, sfidare le proprie capacitá e mettere alla prova la motivazione e determinazione… per andare AL MASSIMO!!!
Alcune persone si stupiranno di come sia semplice mangiare in questo modo cosí naturale (soprattutto chi ha giá avuto esperienza con questo tipo di dieta), specialmente se si ha una guida e un egregio supporto morale! Altre dovranno affrontare le barriere non solo fisiche (sintomi di disintossicazione), ma anche mentali (debolezze, abitudini, dipendenze). Ma è per questo che siamo qui: per farlo ASSIEME ♥
Questa settimana ci proponiamo di mangiare completamente o prevalentemente crudo, senza esagerare con le spezie, il sale, evitando alimenti e bevande tossiche, combinando bene gli alimenti e limitando i grassi. Per chi non se la sentisse di mangiare crudo al 100% sono proposti 3 pasti vegani (e quindi cotti) durante la settimana. TUTTI sono i benvenuti a partecipare all’evento, anche se fossero onnivori che vogliono provare a mangiare vegan per una settimana (o anche solo per qualche giorno)…ben venga. Ed essendo una settimana igienista terremo conto anche di altri aspetti fondamentali per la salute, non parliamo solo di alimentazione😉
Siamo cosí eccitate da questa Prova perché sappiamo che sará un’(altra) esperienza indimenticabile!!!
Tecnicitá:

1) Verrá fornito un menú guida crudista, con l’opzione di 3 cene vegan. Siete liberi di modificarlo, ma con il presupposto di osservare le regole della combinazione degli alimenti, in una dieta vegana e/o crudista, a basso consumo di grassi;

2) Forniremo anche una lista della spesa per rendere le cose ancora piú comode;
3) Ogni giorno si parlerá di un tema relativo alla salute;
4) Ogni giorno saranno postate le kcal consumate durante la giornata seguendo lo schema alimentare;
5) Alla fine si distribuirà una “certificazione” per la miglior foto, il miglior commentatore, miglior supporto, di partecipazione 😀

L’evento si svolgerá prevalentemente su facebook a questo link. Ma per i miei carissimi lettori che non vogliono avere niente a che fare con facebook posteró anche qui il menú settimanale, la lista della spesa e le ricette della settimana, come sempre 😉
Ci sarete???
Evento organizzato e offerto da:
Serena P.
Sito: ildragoparlante.com
Sito: laserenasalute.com
Pagina Facebook: Serena ildragoparlante.com
Gruppo di supporto Facebook: La Salute del Drago
Canale YouTube: ilDragoParlante


Mary


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