lunedì 15 dicembre 2014

Celiachia : Qualche INFORMAZIONE

 

 

I segreti della Celiachia
Come una modificazione genetica può portare un'intolleranza epidemica.   


E’ mai possibile che la diffusione pressoché «epidemica» della cellachia, cioè dell'assoluta intolleranza al glutine che può innescare anche gravi patologie conseguenti, possa essere dovuta ad una modificazione genetica approntata sul frumento? Questa ipotesi non è nuova e su di essa si sono spesso avventati, smentendola con ferocia, i sostenitori delle biotecnologie e dei cibi Ogm. Ma ora, grazie all'intuizione di uno scienziato di esperienza pluridecennale in campo medico, pare possa arricchirsi di ulteriori dettagli, chiarendosi all'opinione pubblica.
 
Un frumento nanizzato Il professor Luciano Pecchiai, storico fondatore dell'Eubiotica in Italia e attuale primario ematologo emerito all'ospedale Buzzi di Milano, ha avanzato una spiegazione di questa possibile correlazione causa-effetto su cui occorrerebbe produrre indagini scientifiche ed epidemiologiche accurate. «E’ ben noto che il frumento del passato era ad alto fusto - spiega Pecchial - cosicchè facilmente allettava, cioè si piegava verso terra all'azione del vento e della pioggia. Per ovviare a questo inconveniente, in questi ultimi decenni il frumento è stato quindi per così dire “nanizzato” attraverso una modificazione genetica».
Appare fondata l'ipotesi che la modifica genetica di questo frumento sia correlata ad una modificazione della sua proteina e in particolare di una frazione di questa, la gliadina, proteina basica dalla quale per digestione peptica-triptica si ottiene una sostanza chiamata frazione III di Frazer, alla quale è dovuta l'enteropatia infiammatoria e quindi il malassorbimento caratteristico della celiachia.
«E’ evidente - ammette lo stesso Pecchiai - la necessità di dimostrare scientificamente una differenza della composizione aminoacidica della gliadina del frumento nanizzato, geneticamente modificato, rispetto al frumento originario. Quando questo fosse dimostrato, sarebbe ovvio eliminare la produzione di questo frumento prima che tutte le future generazioni diventino intolleranti al glutine». E non è da escludere che sia proprio questo uno degli scogli più difficili da superare.
 
400.000 malati in Italia La riconversione della produzione, una volta che questa sia entrata a regime e abbia prodotto i risultati economici sperati, diviene impresa assai ardua e incontrerebbe senza dubbio molte resistenze. Di qui la probabile mancanza di interesse ad approfondire una simile ipotesi per trovarne l'eventuale fondamento.
D'altra parte, nessuno ancora ha trovato una spiegazione al fatto che l'incidenza della celiachia è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi anni e l'allarme non accenna a rientrare. «Mentre qualche decennio fa l'incidenza della malattia era di 1 caso ogni mille o duemila persone, oggi siamo giunti a dover stimare 1 caso ogni 100 o 150 persone», spiega Adriano Pucci, presidente dell'Associazione Italiana Celiachia. «Siamo dunque nell'ordine, in Italia, di circa 400 mila malati, di cui però soltanto 55 mila hanno ricevuto una diagnosi certa e seguono una dieta che può salvare loro la vita».
In molti sostengono che l'aumento dei casi di celiachia sia una conseguenza del miglioramento delle tecniche diagnostiche, ma la spiegazione non convince, appare eccessivamente semplicistica e riduttiva. Fatto sta che, anziché cercare spiegazioni sulle cause, cosa che permetterebbe di provvedere poi alla loro rimozione, la ricerca oggi percorre direzioni opposte, ipotizzando e sperimentando ulteriori modificazioni genetiche del frumento stesso per «deglutinare», cioè privare del glutine, ciò che ne è provvisto o «immettere» nel frumento caratteristiche proprie di cereali naturalmente privi di glutine.
 
Il mistero dei Creso A proposito torna alla mente una questione dibattuta qualche anno fa alla quale non è mai stata fornita risposta e che rimane a tutt'oggi un problema apertissimo e attuale: il cosiddetto grano Creso. Nel 1974, all'insaputa dei più, viene iscritto nel Registro varietale del grano duro il Creso. Nove anni dopo, la superficie coltivata a Creso in Italia era passata da pochi ettari a oltre il 20% del totale, con 15 milioni di quintali l'anno per un valore, di allora, di circa 600 miliardi di vecchie lire.
Da una pubblicazione del 1984 si ricavò poi che quel grano era stato «inventato» e sviluppato presso il centro di studi nucleari della Casaccia (1). Nel lavoro, come ricordò nel 2000 anche il fisico Tullio Regge su Le Scienze, si sottolineava l'efficacia della mutagenesi e l'introduzione di nuovo germoplasma e di ibridazioni interspecifiche.
In sostanza, il Creso era il risultato dell'incrocio tra una linea messicana di Cymmit e una linea mutante ottenuta trattando una varietà con raggi X. Per altre varietà in commercio erano stati utilizzati neutroni termici. In che misura, per esempio, il consumo continuativo di questo frumento può avere influenzato l'organismo di chi lo ha ingerito? Non si sa, né pare che alcuno voglia scoprirlo. Lo stesso Regge si limitò ad affermare che comunque «lo hanno mangiato tutti con grande gusto».
E se la celiachia fosse il risultato di decenni di ripetuti e differenti interventi sulle varietà di grano che sta alla base della maggior parte del cibo che mangiamo? Chissà se a qualcuno, prima o poi, verrà voglia di capirlo.
 
Claudia Benatti         
        
Note:
«Il miglioramento genetico dei frumento duro: bilancio di un ventennio di attività» su L’informatore Agrario, Verona 40, n. 29, 1984, di Bozzini, Mosconi, Rossi, Scarascia-Mugnozza. 
     
Fonte: http://www.disinformazione.it/segreti_della_celiachia.htm

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Farine, glutine e intolleranze alimentari
 
(...) Commercializzando prodotti per la panificazione lavoro a stretto contatto con i panificatori e negli ultimi anni mi sono accorto che viene richiesto dai miei clienti della farina che possa essere tollerata bene da chi ha problemi di celiachia.
Queste farine esistono ma sono difficilmente panificabili proprio per il basso contenuto di glutine, il quale consente di ottenere un impasto liscio ed omogeneo, facilmente lavorabile e un pane ben sviluppato. 
                
Leggendo l’articolo, peraltro molto interessante, mi è venuto subito da fare alcune considerazioni che non sono state trattate e che dal mio punto di vista sono importanti o perlomeno dovrebbero essere tenute in seria considerazione per un’analisi completa del problema.
Il grano oltre ad essere stato modificato geneticamente nel corso degli ultimi decenni, nanizzandolo (mediante irraggiamento) per agevolare il raccolto ed eseguendo degli incroci genetici per diminuirne la parte coriacea (quella esterna) del chicco (per aumentare la parte proteica, passando dal 35% al 20% circa), ha subito dei cambiamenti drastici attraverso nuove tecniche molitorie che hanno portato all’esasperazione di tutte le fasi di macinazione compresa la velocità di macinazione. 
                
Non solo, la farina viene abburrattata (setacciata, filtrata) di più rispetto gli scorsi anni eliminando ulteriormente fibre e ceneri con la conseguenza che la percentuale della parte proteica è aumentata ulteriormente.
La prova è che le farine di tipo “ 2” e di tipo “ 1” sono quasi sparite dalla circolazione.
Con la fase di macinazione sempre più veloce con molini sempre più sofisticati ed efficienti (per ovvie ragioni di concorrenza e competitività) si è arrivati ad avere una farina molto più stressata che ha costretto - per mantenere gli standard di qualità - l’aggiunta del glutine vitale di frumento secco.                  

Solo in queste considerazioni (modificazione genetica, incroci e tecnica molitoria) si potrebbe fare una stima approssimativa di un aumento del valore proteico del 50-60% passando da un 5-6% al 9-11% di glutine dei grani nazionali ed europei.
Premetto che quanto detto e quello che dirò più avanti non vuole essere una denuncia all’industria molitoria, ma semplicemente una modesta considerazione, anzi, conoscendo bene il settore sono il primo ad affermare che i molini sono stati costretti ad una aggiunta sempre più importante di glutine proprio per stare alle esigenze del mercato.
Personalmente faccio consulenza ai panettieri che hanno problemi tecnici o che vogliono produrre dei pani nuovi, e mi vedo costretto io stesso, in taluni casi, all’aggiunta di glutine.
Questa procedura di aggiungere il glutine è molto frequente nei molini e nei produttori di semilavorati per panificazione e proprio per questo va fatta un’ulteriore considerazione.
Ricordate il detto: “anche l’occhio vuole la sua parte”? È proprio il caso di dire che oggi l’uomo l’ha preso troppo alla lettera: siamo arrivati al punto che il pane per molti panettieri (e soprattutto per i clienti) deve essere prima di tutto bello gonfio e ben sviluppato. Non sempre però il bello è anche buono e soprattutto sano. Anzi di solito è proprio il contrario.                  

 Per fortuna mi sto accorgendo che questa tendenza sta lentamente modificandosi: molti cercano infatti di migliorare la qualità del pane con tempi di lievitazione più lunghi, migliorando così il sapore e la masticabilità.
L’altra considerazione riguarda proprio i molini.
Per soddisfare le richieste hanno cominciato a modificare le farine, miscelandole a vari grani nazionali ed esteri, tipo Manitoba provenienti dall’Australia e dal Canada.
Il grano tipo Manitoba è un grano che ha un alto valore proteico (19% circa) il cui il glutine dovrebbe essere più o meno il 16%, e viene usato per fare delle farine forti per lavorazioni particolarmente lunghe e con molti liquidi.
Qualche anno fa questo tipo di grano ha avuto dei forti aumenti di prezzo, e molti molini hanno cominciato ad aumentare le quantità aggiunte di glutine vitale di frumento secco nelle loro miscele, abbassando così la percentuale di utilizzo di questo grano.
So per certo che alcuni molini arrivano ad aggiungere quantità di glutine intorno al 7-8% e con molta probabilità qualcuno anche di più.                  

Oltretutto questi molini si trovano poi con un problema: aggiungendo molto glutine vitale la farina diventa rigida e per tanto sono costretti ad aggiungere anche del glutine idrolizzato oppure degli enzimi per renderla più estensibile.
Immaginate un elastico che quando è troppo duro e rigido si spezza prima del dovuto.
Tutto questo è permesso da una legislazione indifferente che non ha imposto alcuna quantità minima o massima di aggiunta di glutine.
La logica conseguenza di quanto detto, è che con tutto il glutine aggiunto alle farine il nostro stomaco sicuramente farà molta più fatica a digerirlo, questo perché il glutine è una gomma.
Ma con l’aumento del glutine nelle farine, chi fornisce gli enzimi per digerire tutta questa gomma?          

Non potrebbe questo essere la causa, o un importante co-fattore, delle sempre più numerose intolleranze alimentari?
Concludo dicendo che i molini più seri sono certamente quelli che macinano il grano molto lentamente senza esasperare la macinazione e utilizzano dei grani di tipo Manitoba per migliorare le prestazioni dei grani nazionali senza dover aggiungere glutine. 
 
Roberto De Carli 
 
 
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Articolo Correlato: Kamut: un mito da sfatare
 
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IN DEFINITIVA CHE FARE PER VINCERE LA CELIACHIA?
 
(...)
DEFINIZIONE DI CELIACHIA

La celiachia, secondo la descrizione medica, è una malattia autoimmune dell'intestino tenue, che si verifica in individui di tutte le età, geneticamente predisposti. I sintomi includono diarree cronica, ritardo della crescita nei bambini e stanchezza. Si ritiene che la malattia possa interessare da 1 su 1750 a 1 su 105 persone negli Stati Uniti. In Italia si parla di 1 celiaco ogni 150 abitanti, con netta prevalenza femminile. La celiachia è causata da una reazione alla gliadina, una prolammina alcol-solubile (proteina del glutine) presente nel grano e da proteine ​​simili che si trovano nelle Triticeae, che comprendono altri cereali comuni, quali orzo e segale.

ATROFIA DEI VILLI ED ENORMI DANNI ASSIMILATIVI

L'esposizione alla gliadina causa una reazione infiammatoria e quindi a un danneggiamento dei villi che rivestono l'intestino tenue, chiamata atrofia dei villi. Ciò interferisce con l'assorbimento delle sostanze nutritive. Il danno è considerevole in quanto si compromette l'assimilazione del ferro e non vengono assorbiti nemmeno i minerali di traccia.

STOP TOTALE AL GLUTINE MA ANCHE ALLA CASEINA

L'unico trattamento efficace conosciuto dai medici è una permanente dieta priva di glutine. Per la scienza igienistica invece tutto è legato alla forza autoguarente e all'energia immunitaria del singolo individuo. In pratica l'igiene naturale va nella direzione diametralmente opposta. Troppa forza immunitaria per la medicina, troppo poca per l'igienismo. D'accordo sullo stop al glutine, ma ancor di più serve uno stop alla caseina, colla micidiale quanto il glutine se non di più.

GIÀ ARETEO DI CAPPADOCIA NE PARLAVA 2000 ANNI FA

Il termine "celiaco" deriva dalle parole greche koiliakòs, che sta per addominale, e koilìa, che sta per diarrea e mal di pancia, entrambe derivanti da una delle prime descrizioni in greco antico della malattia da parte di Areteo di Cappadocia, nel II secolo dopo Cristo. Areteo parlava già allora di cibo non digerito e di conseguente diarrea.

NESSUNO SI PERMETTA DI CONTESTARE IL DOTTOR IMMUNITARIO

Rimettere in funzione l'intestino tenue e una superficie assimilativa di 600 mq con quasi 6 milioni di villi appiattiti e a volte lacerati non è lavoro di giorni o settimane, ma paziente ricostruzione che prende mesi. Esiste un solo medico al mondo capace di compiere il miracolo, e si chiama Dr Immunitario. Il miglior medico della storia in questo settore fu il medico zurighese Max Bircher-Benner, che curava le sorti della famiglia reale russa.

IL SANGUE FLUIDO E DISINFIAMMANTE SI PRODUCE MEDIANTE DIGESTIONI REGOLARMENTE VIRTUOSE E RAPIDE

Mi si chiede modalità e tempi per risolvere il problema. Ovvio che non ho la sfera di cristallo. Qui si parla di infiammazione delle mucose del piccolo intestino, con appiattimenti e microlesioni alla mucosa intestinale. Occorre dar modo alla mucosa di rifarsi e di riprendersi, stando al riparo di ulteriori aggravamenti. Questo significa digestioni leggere e rapide, digestioni virtuose, sangue fluido, niente proteinomanie e niente acidificazioni, magari accampando la scusa che i celiaci tollerano meglio il grasso piuttosto che i carboidrati.

RITROVARE PAZIENTEMENTE L'EQUILIBRIO INTESTINALE

Qui servono pazienti cure a base di succo di carota pura, o di carota con sedano e mele, o di carota-patata-bietola, con pizzico di peperoncino piccante per rimarginare le lesioni. Nella fase iniziale occorre trovare il giusto equilibrio tra stitichezza e diarrea, provando e riprovando. Consiglio tesine tipo "Bolo, chimo, chilo e digestione sicura, del 5/7/13. Consiglio motori di ricerca con i termini stomaco, colon, intestino tenue, digestione.

I BENEFICIATI SI FACCIANO SENTIRE

Non tengo conteggi ordinati sulle persone che autoguariscono dalle diverse patologie. So però che i miglioramenti e le guarigioni da celiachia esistono, e spero che chi ha sperimentato effetti decisamente benefici si faccia vivo e offra la sua testimonianza e i suoi consigli.

Valdo Vaccaro
 
 
 
 

venerdì 28 novembre 2014

B12 : Qualche INFORMAZIONE.

Ho raccolto qualche Informazione sulla tanto dibattuta B12.
Qui di seguito troverete estratti di articolo, le relative fonti e link dove poter approfondire l'argomento. Buona lettura ...

 

Se qualcuno ha una carenza di B12, qual è il giusto approccio?
Dr Graham: Ci sono vari approcci, il modello medico direbbe di prendere integratori di B12. Ciò è come dire: “Ho un secchio. Dovrebbe essere pieno d’acqua ma non c’è acqua dentro.” Il modello medico direbbe, “Aggiungiamo acqua”. Il modello igienista direbbe, “Riempiamo quel buco. Una volta riempito il buco, il corpo riempirà il secchio automaticamente”. Ho fatto esperienza di persone che avevano carenza di B12 messe a digiuno. Non ingerirono nulla se non acqua e tre/quattro settimane dopo hanno livelli perfettamente normali di B12. Vediamo con questo che è un problema di assorbimento e non di esposizione. La B12 è dovunque. Nell’aria, nelle mucose del nostro naso. Ogni volta che inaliamo, stiamo respirando B12; ogni volta che ingeriamo la saliva, stiamo ingoiando B12. Non è un problema di esposizione. Non esiste nessun animale che produce B12. Viene prodotta dai batteri, ma ancora stiamo ad ascoltare miti. È stato dimostrato che in qualsiasi dieta, c’è una percentuale di persone che hanno carenze di B12. Che tu sia vegetariano, vegano, crudista-vegan oppure segua una dieta standard, la percentuale è la stessa.La carenza da B12 è stata dapprima scoperta nei carnivori, quelle persone che “mangiano di tutto”. Ecco dove la carenza di B12 venne dapprima scoperta e curata.


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Rapporto Consumo/Concentrazione nel sangue della B12:
Vegans do it better :-)


La carenza di vitamina B12 non è legata alla dieta vegana, anche una persona che segue un'alimentazione che comprende cibi animali può essere soggetta a tale carenza. Infatti, coloro che hanno problemi di assorbimento dell'apparato digerente, coloro che assumono medicine come gli inibitori di pompa e il 10-20% delle persone over 50 hanno problemi a staccare la vitamina dal cibo e di conseguenza non riescono ad assorbirla.
Il nostro corpo non è in grado di assorbire la vitamina B12 che noi immagazziniamo ...i motivi dell’anomalia, che possono essere più o meno gravi. Di seguito ne elenchiamo alcuni:
•Deficit del fattore intrinseco. Il fattore intrinseco è una glicoproteina prodotta dalle cellule parietali dello stomaco che nel processo di assorbimento della vitamina B12 riveste un ruolo di primaria importanza. Quando a causa di neoplasie, anemia perniciosa o altre patologie viene a mancare, noi non abbiamo più modo di assimilare la vitamina B12 .
•Sindrome di Imerslund-Grasbeck. Si tratta di una malattia molto rara autosomica descritta per la prima volta nei paesi scandinavi, che fa il suo esordio durante l’infanzia. A provocarla è un difetto nel fattore intrinseco che non consente l’assorbimento della cobalamina. Causa anemia megaloblastica, danni neurologici, debolezza. Si cura successivamente assumendo integratori di vitamina B12 a vita.
•La vecchiaia. Molte persone, superati i 50 anni di età non sono più in grado di assimilare la cobalamina perché non hanno sufficiente acido cloridrico nello stomaco. Una persona su dieci dai 75 anni in su manifesta carenze di vitamina B12 .
•Interventi gastrointestinali. La vitamina B12 viene assorbita in un tratto intestinale chiamato ileo. Interventi o rimozioni parziali di esso ostacolano le regolari funzioni di assorbimento.
•Bypass gastrico.
•Patologie come la celiachia o il morbo di Chron.
•L’uso continuativo di inibitori della pompa protonica. Conosciuti nella forma abbreviata PPI, svolgono la funzione di ridurre l’acidità dei succhi gastrici, indispensabili nel processo di assorbimento della vitamina B12 dalle proteine; l’utilizzo di PPI non ha comunque effetti sulla vitamina B12 ricavata dagli integratori in compresse o per endovena.
•L’uso prolungato di Metformina. La Metformina, un farmaco adoperato nella cura al diabete, può influenzare il corretto assorbimento da parte del corpo della vitamina B12 .
•L’abuso di alcool.
•Patologie ereditarie.
•L’esposizione frequente all’ossido di azoto. L’ossido di azoto, o protossido di azoto, è un gas esilarante adoperato in medicina per le sua funzione anestetizzante o molto più banalmente negli spray della panna montata. Persone con carenze in corso di vitamina B12 dovrebbero comunicare il problema al personale sanitario.
•L’abuso di nicotina.
•L’acido aminosaliciclico sembra interagisca sull’assorbimento orale della vitamina B12 riducendone l’assimilazione per il 50%
•In diete povere di vitamina B12 e in soggetti che fanno un uso abituale da oltre tre anni di H2-antagonisti come la ranitidina cloridrato sono state evidenziate carenze di lieve entità.
Fonte: http://wn.com/
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Il giornale medico "The New England Journal of Medecine" nota che la vitamina B12 è fabbricata da microrganismi che permettono di ottenerla da certi semi, diversi tipi di noci e dai prodotti di soia.
 Cita anche che la sintesi delle vitamine si produce nel colon degli umani quando si consumano adeguate quantità di semi e segnala che i bambini che sono stati allattati da madri rigorosamente vegetariane possiedono questa vitamina nel proprio colon.
 E' stabilito ora che il bisogno di questa vitamina è minimo, meno di un microgrammo al giorno (vale a dire un milionesimo di un grammo).

E' vero che certe persone che vivono di un menù vegetariano mal concepito, così come parecchi altri che vivono di un menù non vegetariano, sono vittime di parecchie carenze di vitamine.
 Tuttavia la carenza di vitamina B12 (l'anemia perniciosa) non è dovuta necessariamente alle mancanze dietetiche.

 Un rapporto sulla vitamina B12 dice:
 L'anemia perniciosa non proviene da una carenza dietetica ma dall'alterazione della capacità di assorbire la vitamina B12(Proceedings of the Nutrition society).
 Altri studi documentati hanno rilevato che i batteri della putrefazione negli intestini è causata dalla consumazione di proteine animali cotte, per le cattive mescolanze alimentari, per l'abuso di ogni alimento concentrato azotato, per gli adittivi chimici e per alcuni medicinali.
 Altri studi hanno mostrato che la vitamina B12 è sensibile al calore ed una cottura normale può distruggere l'89% delle vitamine.
 Ecco perché quelli che contano sulla carne cotta come sorgente principale di vitamina B12 sono più suscettibili a sviluppare l'anemia perniciosa.
 Il dott Wolfgang Tilling ha effettuato studi sui vegetariani umani: nell'intestino di bambini che nel loro menù hanno inserito il latte di soia si produce la sintesi della vitamina B12.
 Ricerche effettuate a Loma Lina University hanno rilevato dei tassi eccellenti di vitamina B12 in persone vegetariane che mangiano tutto o quasi tutto allo stato crudo (la vitamina B12 è solubile nell'acqua e la si può procurare da vegetali crudi).
 Il dott svedese Karl-Otto Aly ha esaminato gli Hunza che non hanno rivelato nessun sintomo di carenza di vitamina B12, sebbene fossero vegetariani al 100% da 1000 anni.
 Le grosse razioni di grassi, di proteine e di alimenti industrializzati, così come il tabacco, aumentano il fabbisogno di vitamina B12, mentre allo stesso tempo disturbano la sua sintesi e il suo assorbimento.
 Perciò il consumatore ordinario è maggiormente candidato ad una carenza in vitamina B12 ad all'anemia perniciosa rispetto a colui che è vegetariano.
 Il mito secondo cui le piante non contengono vitamina B12 è stato propagato dagli interessi commerciali. Difatti numerosi studi hanno dimostrato che la vitamina B12 si trova in quantità apprezzabili in parecchi alimenti vegetali come le banane, i datteri, le verdure, le arachidi, i germogli e i semi di girasole.
 Ma bisogna ripeterlo:
 E' l'alterazione della capacità di assorbire la vitamina B12 e di sintetizzarla la principale causa della sua carenza.
 Numerosi studi hanno dimostrato che la carenza di questa vitamina è dovuta all'incapacità di assorbimento da parte del tubo digerente, quando una sostanza conosciuta come "fattore intrinseco" (che dovrebbe normalmente trovarsi nel succo gastrico) fa difetto.
Fonte: Le Bon Guide de l'Hygiénisme - La Vitamina B12 - Edizione italiana a cura dell'Associazione Igienista di Brescia
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CHI HA SPRINT E VOGLIA DI VIVERE LA SUA ESISTENZA AL MEGLIO NON HA CARENZE DI GRUPPO B
Chi è vivace e attivo, chi dimostra iniziativa e voglia di vivere, chi è tonico ed energico, chi non è soggetto a depressione e a stanchezza immotivata, chi ha la pelle splendente e non secca e malandata, chi non dà segni di cedimenti neurologici, dimostra in concreto di non avere carenza di gruppo B o di B12, poco importa le cifre tabellari corrette o scorrette.
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LE RICERCHE PIU' AVANZATE CONFERMANO IN PIENO IL BLUFF B12

Gli ultimissimi studi condotti da centinaia di medici e ricercatori trasparenti americani, europei e cinesi, diretti da Colin Campbell nel The China Study, confermano quanto già si sapeva da decenni. La B12 è importante al pari di tutte le altre vitamine, Si trova sempre e comunque in compagnia sinergica e proporzionata nei raggruppamenti di vitamine del gruppo B, ed in particolare con la B6 e la B9. La sua presenza è sempre impercettibile ed imponderabile come è giusto che sia, tanto nell'uomo che nei carburanti dell'uomo che sono le piante vive e non cotte. Quindi c'è B12 in tutto il fogliame, in tutte le radici, in tutti i frutti, ma sempre a livelli vedo-non-ti-vedo. Più enzima impalpabile che vitamina dotata di peso molecolare. Uno sputtanamento della FDA su tutti i fronti. Ci sarà qualcuno che, dopo aver praticato infame bidodicismo per anni e anni, arrossisce o impallidisce per l'imbarazzo? Oppure tutti brillano per la loro bella faccia di bronzo?
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Altre INFORMAZIONI:
Felice Vita
Salvo

mercoledì 19 novembre 2014

5 “cattive abitudini” che fanno bene!

di 
Fonte: http://www.crudoesalute.com/abitudini-alimentari/

Frederic Patenaude
 
“Tutto ciò che è popolare è sbagliato”.
Almeno, così ha detto Oscar Wilde.

Per tutta la vita gli altri ci dicono cosa “fa bene” e cosa “fa male”, additando alcune abitudini alimentari come assolutamente dannose, tuttavia potrebbe non essere sempre così…
 
Oggi ti indicheremo 5 comuni abitudini alimentari o pratiche che normalmente le persone ritengono dannose, ma che in realtà possono rivelarsi molto salutari!

Abitudine Alimentare

N°1: Saltare la colazione

Ci hanno sempre detto che la colazione è il pasto più importante della giornata. “Colazione da re, pranzo da principi, cena da poveri” è un vecchio detto che molti di noi sicuramente conoscono.
La verità, però, è che per gran parte della storia dell’umanità, persone di tutte le culture hanno sempre mangiato due soli pasti al giorno: pranzo e cena, o, a volte, colazione e pranzo, con una cena leggera. Mantenendosi, così, in ottima salute.
Gli antichi romani erano soliti assumere la colazione, un pranzo leggero e una cena abbondante.
Nella maggior parte degli altri casi nella storia dell’umanità, le persone generalmente consumavano due pasti al giorno. Molti ritengono che questa abitudine dia al corpo più tempo per digerire il cibo, mettendolo meno sotto stress.
La parola colazione, in inglese “breakfast”, significa “rompere il digiuno”, e in francese corrisponde al “déjeuner”, che indica il pranzo, ovvero il momento in cui le persone erano solite consumare il primo pasto della giornata, interrompendo il digiuno.
Man mano che i francesi godettero di una maggior abbondanza, cominciarono a mangiare qualcosa anche al mattino, il che portò a coniare il termine “petit dejeuner” per descrivere il nuovo pasto.
Mangiare regolarmente è importante, ma saltare la colazione o qualsiasi altro pasto occasionalmente non ha le terribili conseguenze, come altre abitudini alimentari, che molte persone paventano.

N°2: Le patate

Le patate sono state accusate di essere uno dei peggiori cibi da mangiare. Alcune persone sostengono la filosofia del “non mangiare niente di bianco”, evitando farina, riso e zucchero bianco, e, ovviamente… le patate.
Si sa che le patate si trasformano in zuccheri, innalzando la glicemia nel sangue, e gli zuccheri fanno ingrassare… giusto? Forse no.
Le patate hanno sostenuto intere nazioni per migliaia di anni. Niente male per un cibo così “dannoso”!
In realtà, le patate non possono essere classificate alla stregua della farina e dello zucchero bianco, poiché sono un cibo integro che ancora contiene tutte le vitamine, i minerali, e le proteine di cui è naturalmente dotato.
Una volta un produttore di patate americano, esasperato a causa di tutta la cattiva pubblicità di cui erano oggetto i suoi prodotti, decise di non mangiare altro che patate per 60 giorni.
La sua dieta consisteva di almeno 20 patate al giorno, con circa 2 cucchiai d’olio in aggiunta.
Con questa dieta, che quasi tutti riterrebbero disastrosa, egli:
  • Perse circa 10 kg
  • Vide calare i propri livelli di glicemia
  • Il livello di colesterolo scese da 214 a 147
  • I trigliceridi passarono da 135 a 75
Perciò, la prossima volta che ti cucini una patata, potresti chiederti “che cos’è che le persone mangiano, assieme alle patate, e che causa loro così tanti problemi?”.

N°3: I carboidrati

Non sono solo le patate ad avere una cattiva reputazione, ma verso tutti i carboidrati in generale non c’è alcuna pietà.
Sarebbe bene notare come le popolazioni più sane e in forma del mondo seguano una dieta molto ricca di carboidrati. Ho potuto osservarlo personalmente viaggiando in tutto il mondo: le persone che mangiano più frutta e più riso (come i thailandesi e i filippini) sono anche tra le più sane.
Le persone che, in queste culture, ingrassano e soffrono di problemi di salute in genere hanno una dieta ricca di cibi “occidentali” come cheeseburgers e zucchero raffinato.
Le persone in genere pensano che assumere frutta e carboidrati provochi un aumento eccessivo della glicemia e porti a problemi di salute.
In realtà, una dieta ricca di carboidrati ma povera di grassi è un modo comprovato per abbassare e stabilizzare la glicemia. A questo riguardo, ti invito a consultare i lavori del dr. Fuhrman, del dr. Esselstyn, del dr. McDougall, del dr. Ornish, del dr. Barnard e di molti altri.
Un livello eccessivo di grassi nel sangue diminuisce la sensibilità all’insulina e questo contribuisce a innalzare il livello degli zuccheri, favorendo l’insorgere del diabete e di altri disturbi. I carboidrati che contengono fibre (come la frutta) hanno invece un effetto positivo sulla glicemia.
 

N°4: Prendere il sole

Troppo sole può causare danni al DNA e danneggiare la pelle: questo è sicuro.
Ma molte persone sono così terrorizzate dal rischio di contrarre un cancro alla pelle da evitare completamente di esporsi al sole.
Anche questa non è una buona idea.
Esporre il corpo alla naturale luce solare migliora l’umore e aiuta a produrre sufficienti livelli di vitamina D, oltre che, sono sicuro, una serie di altri co-fattori ancora da scoprire, e nel complesso ha un effetto sorprendentemente benefico sulla nostra salute.
Se da una parte troppo sole causa danni alla pelle, un numero sempre crescente di ricerche mostra come troppo poco sole, sotto altri aspetti, possa essere altrettanto dannoso.
Credo sia una questione di equilibrio, qui come in tutte le cose. Le mele fanno bene, ma forzarsi a mangiarne 50 in una volta probabilmente non è una buona idea!

N°5: Correre

Quando racconto alle persone che mi piace correre, spesso mi sento dire: “Ma non sai che è dannoso per le ginocchia!?”. Mi ricordano poi come tutti i maratoneti non godano di buona salute…
Correre, naturalmente, non è un esercizio “magico”. In sé non è un programma di fitness completo, non migliorerà i tuoi livelli di forza, e non cancellerà gli effetti di una dieta sbagliata come molti corridori entusiasti sperano.
Che siano o non siano predisposti per correre, gli esseri umani possono coprire lunghe distanze correndo piuttosto efficientemente. Questo ci distingue dagli animali più simili a noi, come le grandi scimmie.
Alcuni animali, come i ghepardi, sono predisposti per la velocità, non per la resistenza. Anche il tuo cane può facilmente superarti senza problemi. Ma non chiedere al tuo cane o al tuo ghepardo di seguirti nella prossima maratona!
Gli esseri umani hanno resistenza. Il nostro girovita è più sottile e flessibile rispetto a quello degli altri primati e, senza il pelo, ci raffreddiamo più facilmente. Possiamo correre sia quando è caldo che quando piove, coprendo anche lunghe distanze senza fermarci. Le esperienze di molti ultra-maratoneti lo hanno provato.

Naturalmente, ci sono alcuni rischi associati alla corsa, come in ogni altro tipo di attività fisica. Correre nel modo sbagliato, o seguendo una dieta ricca di olii idrogenati, zuccheri raffinati e conservanti (che possono aumentare il rischio di sviluppare l’artrite e causano infiammazione) avrà un prezzo sul corpo, a lungo termine.
Se ami correre, non c’è alcuna ragione per evitare di farlo solo perché qualcuno ti ha detto che, se continui, “ti rovinerai le articolazioni”.
L’esperienza di migliaia di persone sfata l’idea che correre sia in sé dannoso per la salute, tuttavia è bene includere anche altri tipi di attività fisica. Qualsiasi attività fisica che ti faccia muovere e ti piaccia, è un toccasana per la salute.

Quindi pensiamoci bene prima di additare alcune abitudini alimentari come “Cattive”, molte di esse possono essere addirittura benefiche!

Spargi la voce!

lunedì 17 novembre 2014

Vegan, Consapevolezza e Salute

Premetto che rispetto chiunque, qualsiasi cosa mangi, c’è il libero arbitrio ed ognuno ha il proprio percorso.

Detto questo però bisogna fare un po' di chiarezza sulle definizioni ...

Ripetiamolo quindi ancora, fino alla nausea se necessario, visto che tante persone usano e abusano di questo termine senza conoscerne davvero il significato:

Vegan è uno Stile di Vita, NON è solo uno Stile Alimentare e Sicuramente non è una dieta!

Vegan è la CONSAPEVOLEZZA ETICA di non mangiare, vestirsi e sfruttare in qualsiasi modo gli Altri Animali.

Per soddisfare appieno la propria CONSAPEVOLEZZA ETICA è quindi NECESSARIO e SUFFICIENTE essere Vegan.


Essere Vegan però non vuol dire automaticamente mangiare in modo Sano, si può essere Vegan e mangiare junk-food, vegetale ma pur sempre junk-food.

Diciamo per semplificare ed usare la stessa terminologia usata in precedenza che per uno stile alimentare salutistico essere Vegan è condizione Necessaria ma NON Sufficiente.

- Necessaria perché ormai numerosissime evidenze scientifiche ed innumerevoli testimonianze (tra cui la mia) evidenziano  i benefici per la salute di una dieta a base prevalentemente o esclusivamente Vegetale.

- Non sufficiente perché  se si continuano ad usare prodotti estremamente raffinati, artefatti e confezionati, non facciamo del bene alla nostra salute.

I consigli più semplici ed efficaci sono i soliti, mangiare secondo natura, mangiare più dalla terra e meno dagli scaffali, mangiare più integrale e meno raffinato, non mangiare troppo … etc …

Ma qualche eccezione di tanto in tanto ?

Qualcuno fa notare che fare qualche eccezione di tanto in tanto non nuoce eccessivamente alla salute, e questo è certo … non si muore per aver ingerito un boccone di cibo “innaturale” … (infatti sembra che anche piccole dosi di veleno non uccidono .. subito J )

Ma per un Vegan (che quindi ha fatto una scelta di Consapevolezza Etica) l’eccezione non può essere “cibo” di origine animale perché sarebbe poco coerente con se stesso e la sua scelta di Vita.

L’alimentazione è però solo una componente della salute …

Il concetto di salute sarebbe comunque Semplice: mangiare cibo specifico e naturale, bere acqua a sufficienza, respirare, fare attività fisica, essere felici.

Ma se di massima le indicazioni dietetiche e di stile di vita fossero uguali per tutti, probabilmente i benefici sarebbero riscontrabili immediatamente su larga scala e addio business dei farmaci, delle diete personalizzate e di tutti gli affari che ruotano attorno alla NON Salute umana.

Basterebbe guardare gli altri Animali, ve lo immaginate un Leone Malato che dal Leone Dottore … secondo i nostri standard il dialogo dovrebbe essere più o meno così:

Leone Malato : “Dottore, Dottore, sono malato ho il colesterolo alto, problemi  cardiaci, sono in sovrappeso … cosa devo fare?”

Leone Dottore : “GRRRR prendi queste pilloline e poi se ti va mangia meno carne di zebra (che si sa è più grassa J ) e più porzioni di gazzella (è risaputo che è più magra J ) e mi raccomando conta le calorie ed assicurati di assumere tutti i nutrienti fondamentali …”
Non credo che nella savana le cose andrebbero così J ….
ma il nostro complesso di superiorità sugli altri Animali ancora una volta ci si rivolta contro ed ecco che per sentirci in salute abbiamo bisogno di certificazione medica, analisi di laboratorio e pillole magiche J.

Lo scopo di questo post non è  dare consigli medici o dietetici, men che meno ai Leoni J Loro di certo sanno cosa mangiare o come guarirsi … ma la speranza è quella di risvegliare in Noi un po’ di istinto e consapevolezza, imparare ad ascoltare il nostro corpo, gli avvisi (o sintomi) che ci dà e soprattutto imparare a rispettarlo ed a non sottovalutare il potere e la perfezione della Natura e della sua forza di autoguarigione.

Felice Vita Sana a Tutti
Salvo

giovedì 13 novembre 2014

NON ESISTONO SOSTANZE MIRACOLOSE !

Condivido pienamente e pubblico un accorato e splendido messaggio della Dottoressa Mirna Visentini:

MIO PENSIERO IN MERITO A SOSTANZE MIRACOLOSE PER LA CURA DELLE MALATTIE.
(per rispondere a tutti quei post che "girano" su internet)

Ho una cultura IGIENISTICA, ciòè quella cultura che parte da IPPOCRATE, 2500 anni fa. 


Non credo a rimedi esterni, tipo ritrovati naturali e non, che possano uccidere o indurre al suicidio le cellule tumorali. Non credo a questo, come ovviamente non credo a tutti quei veleni che stanno propinando alla gente. 

Non credo che esista nulla che "dal di fuori" possa guarire.

Non credo che esista qualcosa, che ancora una volta, agisca sul sintomo .

Le cellule tumorali sono un sintomo! 

I sintomi non si toccano.

La causa é tossiemia, e mancanza di ossigeno.

Nessuno si sognerebbe di inventare una medicina per far sparire la spia che si accende quando manca la benzina! Ma tutti sappiamo che la spia è un messaggio, la causa è la mancanza di benzina.

Così é nel nostro corpo. Che il segnale sia chiamato tumore, diabete, ipertensione, psoriasi o altri 40.000 segnali, altro non sono che "spie" che vi avvisano del grado di tossiemia raggiunto! 

I sintomi non si toccano mai, é inutile!

Andiamo dritti al problema ! 

Tossiemia. Sangue denso e tossico. Oltraggi perpretati ogni giorno al nostro organismo con l'ingestione di sostanze morte, prive di nutrimento e di ossigeno, ma cariche di tossine .

La soluzione esiste.
È dentro di noi.
Non cercatela fuori. 
Si chiama SISTEMA IMMUNITARIO.

É la grande intelligenza che può guarirvi da qualsiasi "malattia" che malattia non é ma semplice allarme per dirvi che il vostro corpo è al limite.

METTETELO IN GRADO DI AUTOGUARIRSI, mediante cibi a voi adatti, alcalinizzanti, pieni di vita, di acqua meravigliosa e di tutte quelle sostanze tipo vitamine e minerali che servono per un buon funzionamento! 

Non sono sostanze strane e reperibili solo sulla luna, SONO LA FRUTTA E LA VERDURA, E SE NON BASTASSE, SI PUÒ FARE CIÒ CHE OGNI ANIMALE FA SPONTANEAMENTE QUANDO STA MALE: IL DIGIUNO.

L'unico vero bisturi che non abbia controindicazioni. 
Siamo una macchina perfetta autoguarente.
La natura é sovrana e guaritrice di tutti i mali.
IPPOCRATE docet.

Continuare a cercare e a credere a rimedi al di fuori di noi, vuol dire delegare per l'ennesima volta la nostra salute agli "altri". Come se noi non ne avessimo colpa, come se noi potessimo continuare ad oltraggiare il nostro corpo con "cibi" morti e tossici, tanto c'é la pastiglia miracolosa che induce al suicidio le cellule tumorali!
Le cellule tumorali, sono nostre, siamo noi!! 

È sbagliato proprio il concetto!! Una volta tolte ( chirurgicamente o con il "rimedio" di turno) pensi che il tuo corpo smetterà di avvertirti??
O continuerà a produrle in quanto SPIE?
Bisogna cambiare alimentazione! 

Mangiare al 70/80 % cibi crudi e vivificanti!! Poi a seguire qualche cereale integrale, qualche legume, qualche nocciola....
Questo é quello che penso.
Questo è quello che voglio trasmettere a milioni di persone.
Questo per me é aiutare la gente.
Speranza e aiuto subito, qui, adesso, dentro di te.
Qualsiasi spia il tuo corpo ti abbia mandato. Ringraziala e rispettala.
Comincia finalmente a nutrirti . Respira , cammina, e pensa a cose belle, al domani e ad un futuro pieno di soddisfazioni.

Smettila di ascoltare i telegiornali, circondati di persone positive e propositive.
Se leggi una notizia, fatti una domanda fondamentale:
Credere a questo mi debilita o mi potenzia?
Se ti potenzia falla tua!
Con tanto affetto 

Mirna Visentini.

martedì 11 novembre 2014

Qualche notizia sul Fosforo …

Alle classiche domande sulle presunte carenze di una dieta Vegana, recentemente se ne aggiunta un'altra: “ … e il fosforo?”

Diverse persone mi hanno chiesto dove trovare questo minerale nella dieta esclusivamente vegetale, ho raccolto qualche informazione che riporto qui di seguito:


“ … SIAMO CIRCONDATI DAL FOSFORO
Per quanto concerne il fosforo, ne siamo circondati al pari del ferro. I semi di zucca contengono 1144 milligrammi per 100 grammi di porzione udibile, il germe di grano 1118, i semi di girasole  837, i semi di sesamo 616, i pinoli 604, le noci 570, le mandorle 504, i pistacchi 500, il miglio 311, le castagne secche 162, i funghi 116, le varie crocifere tipo cavolini, cavolfiori, crescione stanno su 80, frutta e verdura in genere stanno su livello 50. …”
Fonte: http://valdovaccaro.blogspot.it/2014/02/perfezione-vegan-crudista-senza.html

 

Elenco degli alimenti Vegetali che contengono il Fosforo :
La tabella è divisa per categorie alimentari (cereali. Legumi, verdura, frutta …) e per ogni alimento è espressa la quantità di fosforo (in milligrammi) ogni 100 grammi di prodotto.
Link: http://www.scienzavegetariana.it/conoscere/nutrienti/fosforo.html

 

Fosforo: le 10 migliori fonti vegetali
... Data l'ampia diffusione del fosforo negli alimenti, una sua carenza è di solito rara. …”

 

“…La leggenda che il pesce faccia bene al cervello nasce il secolo scorso quando iniziarono i tentativi di spiegare in termini chimici i fenomeni dell’intelligenza umana. Friedrich Buchner (1824-1899) esaminando la composizione chimica del cervello di diversi animali constatò che il cervello dell’uomo era quello più ricco di fosforo e poiché l’uomo era ritenuto l’animale più intelligente dedusse che il grado di intelligenza dovesse essere proporzionale alla quantità di fosforo presente nel cervello.
Nello stesso periodo il chimico francese Jean Dumas (1800-1884) analizzando la carne di diversi animali trovò che quella di pesce conteneva, sia pure in misura molto modesta, più fosforo di quella di altri animali. Ma fu il naturista Jean Luis Agassin (1807-1873) che dedusse senza alcun fondamento scientifico che il pesce fa bene al cervello umano.
Non esistono vegetali privi di fosforo e molti di questi, come i legumi, contengono quantità di fosforo molto più elevate, le mandorle addirittura ne contengono più del doppio, in percentuale di parte edibile. Ma questo non significa che quanto più fosforo contiene un alimento tanta più salute apporta al nostro organismo. Anzi è stato accertato che più è alto il contenuto di fosforo in un alimento più viene sottratto calcio all’organismo, perché il fosforo è sostanza acidificante.
Non esiste la purché minima prova scientifica che il fosforo possa aumentare, anche minimamente, le facoltà intellettive della persona. Anzi pare sia vero il contrario dal momento che gli Eschimesi, che si nutrono quasi esclusivamente di pesce, consumato per la maggior parte crudo, oltre ad avere la vita media più bassa in assoluto (circa 30 anni) hanno anche il più basso quoziente intellettivo. Non sarà colpa del pesce che questo popolo non si è mai distinto in nessun campo culturale, artistico, scientifico o spirituale?”
Fonte: http://www.vegan3000.info/DettInfoNutrizionali.asp?Cod=550

“… Il pesce è un animale rispettabile al pari di tutti gli altri e la sua carne è carne a tutti i livelli, solo che fa ancora più male delle altre per la sua rapida deperibilità e la sua maggiore percentuale lipidica. La favola del fosforo per l’intelligenza è ridicola. Fosforo non fa fosforo in ogni caso. I lapponi poi, grandi consumatori ittici, hanno il quoziente di intelligenza più basso del globo. …”

Felice Vita

Salvo