venerdì 25 agosto 2017

HIV e AIDS: Qualche informazione.

Scopo di questo Blog, tengo a ribadirlo, è contribuire a divulgare informazioni troppo spesso taciute dai cosiddetti media mainstream, non è mia intenzione convincere alcuno, ma solo dare dei dati su cui riflettere e meglio interpretare la realtà che ci circonda per fare in modo Libero e Consapevole le proprie scelte.

Ritengo inoltre che l'Informazione sia l'unico vero antidoto per evitare il diffondersi dell'Epidemia della PAURA, che è forse l'Epidemia più diffusa, grave, limitante e pericolosa che ci sia.

Buona Lettura e Buon percorso Consapevole
Salvatore
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Il Malato di AIDS
Un soggetto viene classificato malato conclamato di AIDS quando si verificano due condizioni:

- presenta i sintomi di almeno una delle 29 patologie considerate possibili conseguenze, come Polmonite, Tubercolosi, Linfoma, Diarrea, Herpes Simplex, Sarcoma di Kaposi, Candidiasi, etc..

- è positivo al test HIV (Human Immunodeficiency Virus).

Se il soggetto è positivo al test ma sta bene viene considerato malato asintomatico. L’eventuale successiva comparsa dei sintomi di cui sopra cambierà la sua classificazione in malato conclamato. Se il soggetto presenta i sintomi di una delle patologie in elenco ma non è positivo al test non è malato di AIDS. L’eventuale successiva risposta positiva al test cambierà la sua classificazione in malato conclamato. Pertanto un malato di polmonite o tubercolosi negativo al test è solo malato di polmonite o tubercolosi. Mentre un malato di polmonite o tubercolosi positivo al test è malato di AIDS. E’ subito evidente che il test HIV ha un ruolo centrale nella diagnosi di AIDS.

Due posizioni a confronto
1. La posizione ufficiale:
- il virus HIV è la causa dell’AIDS, che è quindi una patologia infettiva.
- un test individua la presenza degli anticorpi e quindi del virus.
- il virus può avere un periodo di latenza fino a decine di anni.
- i sieropositivi (positivi-al-test) si ammaleranno e moriranno
- i farmaci antiretrovirali (AZT in testa) combattono la diffusione del virus e allungano la vita.
- alcuni sieropositivi non hanno sintomi perchè il virus è latente
- anche i sieropositivi asintomatici devono prendere i farmaci quanto prima.

2. La posizione dei dissidenti:
-il virus HIV non è stato mai isolato, probabilmente neanche esiste, l’AIDS non è causato da un virus e non è quindi una patologia infettiva.
- l’AIDS è causato da un complesso di fattori (droghe pesanti, superesposizione ad agenti patogeni, farmaci) fortementi presenti in certi stili di vita, che alla lunga distruggono il sistema immunitario.
- i test HIV non sono specifici e non è chiaro che cosa individuino.
- la risposta positiva al test non è indice di niente e non giustifica alcuna terapia.
- i farmaci antiretrovirali sono inutili in quanto non c’è nessun virus da combattere, e soprattutto letali perchè possono portare alla morte in pochi mesi distruggendo in particolare il sistema immunitario.
- i malati di AIDS devono sospendere l’esposizione ai fattori patogeni, curarsi per le patologie specifiche di cui soffrono, seguire nel contempo terapie di sostegno per consentire al loro sistema immunitario il recupero.
- i farmaci antiretrovirali hanno trasformato in malati di AIDS individui altrimenti sani che hanno avuto la sfortuna di risultare positivi-al-test.
In altre parole i dissidenti accusano l’establishment sanitario di adottare terapie che:
-non curano i malati "veri" di AIDS ma anzi ne affrettano o ne causano la morte.
-portano alla malattia e/o alla morte per AIDS malati "inventati", soggetti sani risultati positivi-al-test.

Il paradigma dell’ortodossia è: HIV = AIDS = MORTE
Il paradigma della dissidenza è: TEST Positivo = CURA = MALATTIA e/o MORTE
 (...)

Ricerche avanzate sull’HIV.
In Australia un gruppo di ricercatori del Royal Perth Hospital, definito "The Perth Group", ha concentrato le proprie ricerche sull’isolamento dell’HIV e sulla validità dei test ELISA (test di primo livello, il più utilizzato), Western Blot (secondo livello, considerato più attendibile) e Viral Load (l'ultimo apparso); hanno concluso le loro ricerche affermando che nessuno dei lavori pubblicati dimostra che l’HIV sia stato isolato e che i tre test non provano affatto la presenza del virus HIV nei campioni di sangue sottoposti a test.
La voce di un Nobel.

Il Dottor Kary Mullis ha ricevuto il premio Nobel nel 1993 per aver inventato un procedimento, la PCR (Polymerase Chain Reaction), che permette di identificare un segmento di codice genetico (una specifica sequenza di nucleotidi) eventualmente presente in un campione ed amplificarne la concentrazione per facilitare all’osservatore la sua individuazione. Per poter completare una sua relazione ha cercato inutilmente documenti scientifici che contenessero la prova che il virus HIV sia la causa dell’AIDS. Da allora non si stanca di ripetere, senza essere mai stato smentito, che non esiste un solo documento scientifico che contenga tale prova. La scienza ha le sue regole, e nessuno può sostenere di aver scoperto qualcosa se non rende disponibile una documentazione completa ed esauriente che consenta ad altri di confermare o confutare la sua scoperta. È paradossale e preoccupante che un migliaio di scienziati sparsi per il mondo stiano lottando per dimostrare che l’ipotesi HIV=AIDS sia falsa, quando nessuno ha ancora dimostrato che è vera. D’altronde se qualcuno avesse isolato il virus HIV ed avesse provato il rapporto causale tra l’HIV e l’AIDS avrebbe con ogni probabilità ricevuto per tale scoperta il Nobel per la medicina. Non ci risulta che tale Nobel sia stato ad oggi assegnato.

L’AIDS e la legge.
La corte di Dortmund, il 15 Gennaio 2001, ha emesso una sentenza di condanna ad 8 mesi, con sospensione della pena, in un procedimento per Genocidio (Legge § 220a StGB) contro le Autorità Sanitarie Federali Tedesche e contro il Parlamento della Repubblica Federale Tedesca. Le autorità sanitarie erano accusate di aver diffuso informazioni e foto false relative all’isolamento del virus HIV; il Parlamento Tedesco era accusato di aver assecondato tali menzogne nonostante fosse a conoscenza dal 1994 del fatto che il virus HIV non è mai stato isolato, e che conseguentemente nessun test poteva essere approvato ed utilizzato per definire infette persone che, sane prima del test, sono poi morte dopo un trattamento con farmaci antiretrovirali. La tesi dell’accusa, e cioè che ne Montagnier (1983) ne Gallo (1984) avevano isolato alcun virus in connessione con l’AIDS e che il Bundestag era dal 1994 a conoscenza di tale fatto, è stata provata sulla base di un documento registrato negli archivi del German Bundestag stesso col numero DS 12/8591.Dopo la sentenza i ricorrenti hanno indirizzato una lettera nella quale descrivono le motivazioni e le conclusioni del procedimento legale a:
- ONU, Office of the High Commissioner for Human Rights, Mary Robinson
- Tutti i capi di Stato e tutti i capi di Governo
- Tutte le Organizzazioni Governative
 (...)

Tratto dal sito: IL VIRUS INVENTATO (omaggio al lavoro del Dott. PETER DUESBERG, direttore del laboratorio di Biologia Molecolare dell'Università di Berkeley in California, pioniere e principale protagonista della lotta alle falsa teoria virale dell'AIDS).

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" ... La ricerca, inoltre, viene portata avanti in una sola direzione, cioè per lo studio di un vaccino contro l’Hiv, dando per scontata la tesi di Gallo. Non c’è spazio e non ci sono fondi per chi cerca di seguire altre strade. Per esempio, uno studio sull’alterazione delle membrane cellulari: in un soggetto con difese biologiche indebolite per denutrizione, il virus riesce a penetrare molto più facilmente. Questo vale per le popolazioni subsahariane, che muoiono di fame, o per i tossicodipendenti, che vantano una denutrizione chimica causata dall’attività del fegato. Per gli studiosi americani, ci sarebbero cause diverse dal virus dell’Hiv a determinare in alcune fasce di persone una così alta diffusione dell’Aids.

Argomenta sempre con dovizia di riscontri inequivocabili il professor Duesberg:

«Negli Stati Uniti gli omosessuali fanno un larghissimo uso di amilnitriti inalanti, sostanze altamente immunodepressive che servono a rilassare i muscoli, utili a facilitare i rapporti anali. Gli omosessuali, dunque, sono una categoria a rischio perché utilizzano queste medicine, non certo perché fanno troppo sesso. Gli emofiliaci nella loro vita sono costretti a utilizzare il fattore VIII, sintesi del sangue di centinaia di persone. Introducono così una grande quantità di proteine estranee al proprio corpo, anch’esse altamente immunodepressive. Per quanto riguarda i tossicodipendenti, la comunità scientifica si è occupata pochissimo degli effetti a lungo termine dell’eroina: la malnutrizione e la mancanza di sonno abbassano notevolmente le capacità del sistema immunitario». ..."

Tratto da: “L’HIV NON ESISTE”: DENUNCIANO UN PREMIO NOBEL PER LA CHIMICA E ILLUSTRISCIENZIATI.  ..." 


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" ... AIDS:

è necessario distinguere la sieropositività dall’AIDS. La sieropositività è il risultato positivo ottenuto da un test di screening (di cui molti medici ed eminenti studiosi mettono in discussione la validità). Si può benissimo essere positivi a questo test in un Paese e negativi in un altro. Inoltre, diverse affezioni possono contribuire a dare un risultato erroneamente positivo. La paura, l’angoscia o le cure possono avere la meglio sul nostro sistema immunitario e portare a quella sindrome da immunodeficienza acquisita chiamata AIDS.

Non è comunque un caso che una persona si trovi a essere sieropositiva o a sviluppare questa sindrome.

→ Sieropositività:

Devo imparare a sviluppare la mia capacità di giudizio invece di credere a tutto quello che mi viene detto?

Non sarebbe meglio che ascoltassi il mio corpo invece di ascoltare il risultato di un test che molti prestigiosi ricercatori mettono in dubbio?

→ AIDS: La paura di contrarre questa malattia può comportare un crollo del sistema immunitario. Tuttavia questa sindrome può anche dipendere da una forma di autodistruzione collegata al senso di colpa di essere vivi. È intervenendo su questo senso di colpa che si può sperare in una vera guarigione.

Avevo paura di avere questa malattia?

Vivo una forma di autodistruzione perché credo di aver deluso i miei famigliari con la mia nascita o le mie scelte di vita?

Mi porto dentro un senso di colpa per il fatto di essere vivo, perché credo di aver causato la sofferenza, o preoccupazioni ai miei famigliari?

Ho veramente detto «SÌ» alla vita?

Questo «sì» alla vita è stato molto importante per Daniel. Quando l’ho incontrato i medici gli avevano dato tre mesi di vita. Daniel era in una fase di totale autodistruzione. Nell’adolescenza, divenuto consapevole di essere attratto dai ragazzi, aveva sentito i suoi genitori dire: «Gli omosessuali andrebbero messi in un campo di concentramento!» Durante un consulto Daniel mi ha detto: «Mi sono messo io in un campo di concentramento perché voglio distruggermi!» Abbiamo fatto un bellissimo lavoro sulla liberazione delle emozioni per far sì che riuscisse a concedersi il diritto di vivere un’esperienza diversa da quella prospettatagli dai genitori. Dopo quel lavoro, Daniel ha riacquistato del tutto le forze ed è guarito dalle sue pneumopatie. Non avendo però smesso le cure, dopo qualche tempo era arrivato a un punto tale di debolezza fisica da non avere più la forza di alzarsi dal letto. Allora gli sono tornate in mente le mie parole: «Tu vuoi vivere?» Con le poche forze che gli rimanevano Daniel ha urlato: «Sì, sì, voglio vivere!» Questo gli ha dato l’energia per uscire dal letto e prendersi cura di sé, ma soprattutto gli ha dato la forza di credere che poteva farcela. Daniel ha creato in seguito una fiorente azienda e oggi, diciassette anni dopo, è ancora vivo. (...)"

Tratto dal libro: 

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Altre interessanti fonti sull'argomento:





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Libri sull'Argomento:

di Peter H. Duesberg

di Luigi De Marchi e Fabio Franchi

di Domenico Mastrangelo

di Albert Mosséri

di Herbert Shelton

di Christine Maggiore

Video:


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