domenica 20 luglio 2014

IL DESTINO DI UN POPOLO DIPENDE DA COSA MANGIA

L’ERA DELLA CULTURA SINTOMATOLOGICA
di Franco Libero Manco



Tutti i grandi drammi scaturiscono dall’incapacità dell’essere umano di capire le vere cause dei suoi problemi. La cultura dominante, voluta da chi nel corso dei millenni ha gestito le necessità contingenti degli esseri umani, è stata ed è improntata ad attenuare gli effetti prodotti dal comportamento umano considerando le sue deviazioni ed i suoi crimini come fatti naturali ai quali non è impossibile sottrarsi.

I pilastri fondamentali che oggi condizionano e formano sia il pensiero sia la coscienza degli individui (l’educazione, la religione e la medicina convenzionale e i mass media) sono improntati ad arginare gli effetti piuttosto che neutralizzare le cause che determinano i problemi.

L’educazione non favorisce la vera crescita personale dell’individuo, l’intelligenza positiva, il senso critico costruttivo, la sensibilità dell’animo, lo sviluppo dei valori morali, la capacità di condivisione, la volontà di autodeterminazione. Non libera l’individuo dai condizionamenti mentali, non lo aiuta a superare i suoi limiti personali, non lo rende consapevole delle proprie potenzialità.

La cultura dominante è sintomatologica, nozionistica, non esplora con critica obiettiva i fatti e i personaggi della storia. A scuola se si parla di Alessandro Magno o di Napoleone o di altri personaggi, vengono indicati come grandi condottieri, non come chi ha trascinato in guerra e a morte milioni di esseri umani portandoli ad uccidersi tra loro.

I centri di potere che gestiscono l’informazione sono più interessati a mantenere l’umanità sotto la costante minaccia della guerra, della violenza, delle malattie, della fame, più che favorire la crescita della coscienza umana e del pensiero critico in modo da annullare le cause che generano i dissidi, la disarmonia, il contrasto. Ma si sa, più il popolo è ignorante e più è facilmente manovrabile.

La vera cultura deve mirare a liberare l’uomo dall’ignoranza, piedistallo di ogni rivalità e di ogni tirannia, attraverso la conoscenza critica positiva, sostituendo la cultura sintomatologica con la cultura delle cause dei problemi personali e sociali in modo da rendere l’essere umano consapevole delle proprie potenzialità e responsabile del destino collettivo.

Per ottenere questo è necessaria la volontà comune di educare la popolazione, e specialmente l’infanzia (attraverso la famiglia, la scuola, lo Stato), ai valori fondamentali della vita, alle virtù morali: onestà, giustizia, rettitudine, tolleranza, altruismo, dignità umana, fraterna collaborazione, pacifismo, rifiuto di ogni violenza sull’uomo, sull’animale, sulla natura; educare al sincretismo delle grandi culture: religioni, filosofie, dottrine sociali per il superamento delle barriere ideologiche, culturali, politiche, religiose, scientifiche; educare al Veganismo come scelta di amore e di rispetto per la Vita e come mezzo per conservare la salute, salvaguardare la natura ed eliminare la fame nel mondo. Inoltre deve mirare a Sensibilizzazione l’animo umano alla bontà, alla compassione, alla condivisione delle altrui necessità vitali, attraverso la Valorizzazione delle differenze formali e sostanziali componenti la Creazione, nel rispetto e nella tutela della sacralità della Vita in tutte le sue espressioni.

La medicina convenzionale. La gran parte della gente è convinta che ammalarsi sia un fatto naturale, che ad una certa età si sia colpiti da varie patologie e che la cosa più logica e giusta sia affidare la propria salute al medico il quale, oltre a non intervenire sulle cause che hanno determinato la malattia, di fatto autorizza implicitamente il paziente a continuare nel proprio stile di vita, che, nella sostanza, è stato la causa della malattia. Ma la salute lascerebbe i medici senza lavoro e le casse vuote delle industrie chimico farmaceutiche. Ma il danno maggiore è che non solo non indaga sulle cause e non aiuta l’ammalato a capire i motivi della malattia ma genera e favorisce la cultura dei sintomi, degli effetti, della cultura farmacologica. La cosiddetta prevenzione perorata dalla medicina ufficiale mira a scoprire prima possibile lo sviluppo di un male per iniziare prima la cura. Quindi non aiuta l’essere umano ad evolvere, a capire e ad essere responsabile del proprio benessere ma lo assoggetta e lo vincola al suo potere. Le conseguenze sono sofferenza, dissipazione di risorse umane, economiche e morte prematura dell’ammalato.

Gli aspetti inaccettabili della Religione sono:

a) La visione antropocentrica, che limita il suo interesse alla sola specie umana autorizzando di fatto l’essere umano a sfruttare, schiavizzare, torturare, uccidere ogni essere vivente diverso dalla sua specie giustificando la logica della supremazia del forte sul debole, con danni incalcolabili sulla coscienza e sulla condotta umana: abitua l’uomo a reprimere la pietà, a negare il sentimento di compassione, a spegnere il senso di giustizia, di condivisone, a disprezzare la bellezza ed il valore della diversità naturale.

b) L’ostilità verso l’evoluzione delle cose e il credere in regole immutabili, mentre l’intelligenza, la scienza ed il buon senso dimostrano che nessun principio può aver valore imperituro, eccetto le regole fondamentali di giustizia e del vivere civile. Se la volontà di Dio si manifesta attraverso il pensiero di uomini illuminati questa si esprime in ogni periodo storico a seconda il mutare degli eventi. La nostra Costituzione dopo solo 50 anni ha necessità di essere aggiornata: allo stesso modo dettami vecchi di millenni non possano rispondere alle necessità della società moderna.

c) Il negare l’estensibilità della legge di causa-effetto dal mondo fisico a quello morale e spirituale secondo cui l’essere umano non è chiamato a rispondere del male commesso anche nei confronti anche degli animali.

I mass media, come mezzo di persuasione dei centri di potere per manipolare la popolazione ad esclusivo vantaggio delle lobby agroalimentari, zootecniche e chimico-farmaceutiche, generano una cultura superficiale, edonistica, di violenza, di sesso, di apparenza, di piacere immediato, di indifferenza, di insensibilità che nella sostanza impedisce lo sviluppo del senso critico, dell’analisi, delle cause dei problemi. Un profluvio di spot pubblicitari con informazioni insignificanti, adatti a gente stupida, vuota, ignorante e mediocre, spinge il pubblico a ritenere di moda la volgarità ed il vizio. Tutto questo inibisce il potere decisionale dell’individuo e senza questo non c’è reazione ma dipendenza. Spesso lo scopo è creare un problema per poi farsi promotori di false soluzioni e acquisire credibilità. Per rendere accettabile un sacrificio basta proporlo con gradualità ed in modo martellante, presentandolo come doloroso ma necessario ottenendo in questo modo la condivisione del pubblico. Subdolamente propongono iniziative che servono solo a mantenere questo stato di cose: se c’è la fame nel mondo chiedono offerte in denaro; se ci sono le malattie se raccolgono fondi (che vanno a beneficio di chi non ha alcun interesse a debellare le malattie); se c’è la violenza e la guerra, per la sicurezza di tutti, si costruiscono armi e prigioni più grandi…

Ma andare alla causa dei problemi significherebbe porsi al di fuori del sistema che vuole umanità ignorante, ammalata e cattiva. Diversamente non avrebbero motivo di esistere.

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