Le Allergie
sono tra i fastidi che ho risolto con il mio cambio di Alimentazione e Stile di
Vita, quindi è con piacere che posto qualche informazione su come risolverle.
Ovviamente
non tutte le allergie o intolleranze sono uguali, alcune di esse sono dei veri
e propri S.O.S. del nostro organismo che ci avverte che quello non è un cibo
sano e specifico per noi … in questo caso è corretto ascoltare il nostro corpo.
Quindi se
siete allergici, intolleranti o semplicemente vi crea fastidio consumare latte,
latticini, uova, farina bianca e cibi raffinati in genere, semplicemente
smettete di mangiarli! J
Se invece
credete di essere allergici o intolleranti a cibi naturali, il problema
potrebbe essere che siete “intossicati” da altri cibi o da altre situazioni e
leggere quanto segue potrebbe esservi utile.
Buona
Lettura e Felice Vita
Salvo
VITTORIA SU ALLERGIE ...
(...)
L’IGIENISMO NON CREDE ALLA RESPONSABILITA’ MICROBICA E NON CREDE ALLE ALLERGIE, MA SOLO ALLA IMPREGNAZIONE TOSSICA DELL’ORGANISMO
L’igienismo, come non crede alle malattie batteriche e virali, ma soltanto alle malattie da intossicazione del sangue, sulle quali si innestano moltiplicazioni batteriche (vive) e accumulazioni virali (morte ed innocenti, ma intasanti), così non crede alle allergie, ma le classifica come complicazioni da impregnazione velenosa del fegato e del sangue.
Herbert Shelton, quando alle sue conferenze arrivava la gente a chiedergli lumi sull’allergia alle fragole, alle ciliegie, all’ananas e alle noccioline, si faceva quattro risate e poi, di rimando, chiedeva al pubblico.
“E’ mai possibile che nessuno di voi si sia ancora lamentato di un’allergia alle bistecche, al salame, al caffè o al vino?”
BISOGNA RAFFREDDARE IL SISTEMA GASTROINTESTINALE, CON CIBI COMPATIBILI E DIGESTIONI VIRTUOSE
Qual è il vero problema, dunque?
Il problema sta nel fatto che troppa gente continua a vivere con un canale intestinale carico di residui proteici, derivanti dalle diete sballate che continua a mantenere.
Troppa gente vive in regime di disbiosi intestinale, uno squilibrio batterico di tipo anaerobico che a partire dal colon manda verso l’alto ondate di miasmi putrefattivi, accompagnate da tanti helicobacter pylori e da riflussi gastrici.
Mandar giù cibi vivi e reattivi in un ambiente intestinale surriscaldato, porta a reazioni inaspettate.
LA GOCCIA DI VELENO CHE FA TRABOCCARE IL VASO
Il corpo umano, quando sta ben pulito e funzionante, è anche dotato di notevoli margini di tolleranza ai veleni ed agli allergeni. Ma quando è invece ridotto nelle pietose condizioni appena descritte, oppure quando è già carico di muco e di acidificazione per i veleni accumulati nella pesante stagione invernale, tali margini non esistono più e basta un niente per farlo andare in tilt, basta la classica goccia di veleno in più e il vaso strabocca. Succede un po’ la stessa cosa che accade nella sensibilità chimica multipla.
Un corpo impregnato di acidi e di metalli pesanti, non sopporta più nessun ulteriore odore chimico, sia esso quello di una crema da barba, che quello di un sapone, di una vernice, di un detergente per pavimenti.
LE ALLERGIE SI COMBATTONO CON I CIBI CRUDI, INNOCENTI E VIVIFICANTI
Non servono antistaminici e non servono cortisonici. Serve pulizia gastrointestinale. Serve sangue scorrevole. Serve meno ritenzione idrica. Serve un piccolo digiuno a sola acqua, oppure un semidigiuno di 3 giorni a sola frutta e verdura cruda. Serve buttare nella spazzatura i vasetti con scritto sale e zucchero. Serve alcalinizzare il sistema, rivitalizzarlo con tanti bei centrifugati di carote, sedani e ananas. (...)
L’igienismo, come non crede alle malattie batteriche e virali, ma soltanto alle malattie da intossicazione del sangue, sulle quali si innestano moltiplicazioni batteriche (vive) e accumulazioni virali (morte ed innocenti, ma intasanti), così non crede alle allergie, ma le classifica come complicazioni da impregnazione velenosa del fegato e del sangue.
Herbert Shelton, quando alle sue conferenze arrivava la gente a chiedergli lumi sull’allergia alle fragole, alle ciliegie, all’ananas e alle noccioline, si faceva quattro risate e poi, di rimando, chiedeva al pubblico.
“E’ mai possibile che nessuno di voi si sia ancora lamentato di un’allergia alle bistecche, al salame, al caffè o al vino?”
BISOGNA RAFFREDDARE IL SISTEMA GASTROINTESTINALE, CON CIBI COMPATIBILI E DIGESTIONI VIRTUOSE
Qual è il vero problema, dunque?
Il problema sta nel fatto che troppa gente continua a vivere con un canale intestinale carico di residui proteici, derivanti dalle diete sballate che continua a mantenere.
Troppa gente vive in regime di disbiosi intestinale, uno squilibrio batterico di tipo anaerobico che a partire dal colon manda verso l’alto ondate di miasmi putrefattivi, accompagnate da tanti helicobacter pylori e da riflussi gastrici.
Mandar giù cibi vivi e reattivi in un ambiente intestinale surriscaldato, porta a reazioni inaspettate.
LA GOCCIA DI VELENO CHE FA TRABOCCARE IL VASO
Il corpo umano, quando sta ben pulito e funzionante, è anche dotato di notevoli margini di tolleranza ai veleni ed agli allergeni. Ma quando è invece ridotto nelle pietose condizioni appena descritte, oppure quando è già carico di muco e di acidificazione per i veleni accumulati nella pesante stagione invernale, tali margini non esistono più e basta un niente per farlo andare in tilt, basta la classica goccia di veleno in più e il vaso strabocca. Succede un po’ la stessa cosa che accade nella sensibilità chimica multipla.
Un corpo impregnato di acidi e di metalli pesanti, non sopporta più nessun ulteriore odore chimico, sia esso quello di una crema da barba, che quello di un sapone, di una vernice, di un detergente per pavimenti.
LE ALLERGIE SI COMBATTONO CON I CIBI CRUDI, INNOCENTI E VIVIFICANTI
Non servono antistaminici e non servono cortisonici. Serve pulizia gastrointestinale. Serve sangue scorrevole. Serve meno ritenzione idrica. Serve un piccolo digiuno a sola acqua, oppure un semidigiuno di 3 giorni a sola frutta e verdura cruda. Serve buttare nella spazzatura i vasetti con scritto sale e zucchero. Serve alcalinizzare il sistema, rivitalizzarlo con tanti bei centrifugati di carote, sedani e ananas. (...)
di Valdo Vaccaro
Articolo completo qui: http://valdovaccaro.blogspot.it/2011/05/vittoria-su-allergie-e-rettocolite.html
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IL SECCHIO PIENO DELLE ALLERGIE
INTOLLERANZE ED ALLERGIE
Qualsiasi reazione indesiderata scatenata dall'ingestione di uno o più alimenti, può essere definita come intolleranza alimentare. Parliamo di reazione riproducibile e dose-dipendente, mentre nelle allergie i sintomi si scatenano già con dei piccoli frammenti del prodotto critico. A differenza dell'allergia alimentare, l'intolleranza non è mediata da meccanismi immunologici.
LE INTOLLERANZE HANNO UN BUON MOTIVO DI ESISTERE
La medicina si riempie la bocca di immunità, di anticorpi e di immunoglobuline IgA, IgE, IgG, cose che ci interessano relativamente. Il sistema immunitario è intoccabile punto e basta. Ci basta sapere che le intolleranze giuste sono quelle nei riguardi dei cibi sbagliati. È normalissimo essere intolleranti all'alcol, al fumo, al caffè, ai latticini (ovvero alla micidiale colla chiamata caseina soprattutto), all'acido urico, a determinati farmaci e, in certa misura, persino al glutine. Come è normalissimo essere intolleranti ai rompiscatole e alle persone noiose! Le intolleranze sono stabili, inevitabili e tutto sommato naturali. Le intolleranze vere ai veleni più che intolleranze sono segnali di forza e di reattività. Si tratta di normale resistenza del corpo contro sostanze intese e riconosciute come dannose.
LE ALLERGIE SONO SEGNALI DI SECCHIO PIENO, DI ESAURIMENTO MARGINI DI TOLLERANZA AI VELENI
Qualora invece l'intolleranza, o l'allergia, o l'incompatibilità, riguardi una sostanza normale e positiva, come un determinato tipo di frutta, trattasi di semplice impregnazione tossica dell'organismo e quindi di restringimento o esaurimento dei normali margini di tolleranza, per cui ogni sostanza al momento impegnativa, anche la più innocente, può diventare critica come la goccia che fa traboccare un vaso già pieno.
DALLE ALLERGIE SI GUARISCE CON ENORME FACILITÀ, MA SOLO MEDIANTE DISINTOSSICAZIONE
Le allergie pertanto sono fenomeni temporanei e superabili, legati non tanto ai prodotti in sé ma alle condizioni critiche del soggetto. La prova di questo sta nel fatto che, dopo un buon digiuno o dopo una buona dieta disintossicante, chi non sopportava una singola ciliegia, ne può consumare un chilo senza alcuna reazione. Ho decine di testimonianze di gente che ha sconfitto col crudismo ogni sorta di allergia. Basterebbe leggere regolarmente il mio blog.
Valdo Vaccaro (Sintesi di Alessandro Siri)
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Allergie: a cosa sto reagendo?
Passano gli anni, ma quando comincia a
spuntare quel bel sole primaverile sul davanzale delle nostre finestre, per
quasi dieci milioni di italiani, comincia a risvegliarsi l’incubo delle
allergie. Negli ultimi anni si sta infatti assistendo ad un notevole incremento
del numero di persone (sia tra i bambini che tra gli adulti) che presentano
manifestazioni allergiche di vario tipo, in particolare “allergie stagionali”;
si calcola che in pochi anni la percentuale di persone che in Italia ne soffre
sia passata dal 10 al 15-20%, interessando così una vasta fetta di popolazione.
Ma cosa si nasconde dietro questo
fenomeno di massa? Perché alcune persone ne soffrono ed altre no? Nonostante
tutte le persone vengano a contatto con gli allergeni, infatti, solo alcuni ne
risentono al punto da sviluppare una reazione di tale portata. Inoltre a volte
è la stessa persona a soffrirne “a spot” in certi periodi della vita, e quindi
in modo non sistematico, come mai? Molte manifestazioni allergiche esplodono
infatti sovente in modo apparentemente inspiegabile ed inaspettato e spesso
scompaiono in modo altrettanto misterioso. Per chiarire alcuni di questi
interrogativi è necessario soffermarci a riflettere sul concetto di allergia ed
a quanto la sua voce (che corrisponde alla manifestazione allergica)
costituisce solo la punta dell’iceberg di un fenomeno ben più esteso.
L’uomo si allontana sempre più dalla
natura, dai suoi ritmi, dalle sue forme e conseguentemente anche dai suoi
istinti primordiali. Il contatto con la terra viene sostituito da pavimenti
tirati a lucido, gli alberi da muri dipinti a trattati e gli elementi da
oggetti puliti e disinfettati. Si è ormai arrivati alla convinzione che il
termine “asettico” sia sinonimo di pulito, quando non è affatto così.
Analizzando la realtà da questo punto di vista, non stupisce più che
l’organismo reagisca violentemente a qualcosa di esterno, estraneo, tentando di
difendersi, e di sfavorire il rapporto con gli altri e col mondo; con ciò che è
“altro da sé”. La chiave profonda di lettura, in termini di allergie, è sempre
connessa alla difesa ed alla paura. Il mondo viene visto come elemento
estraneo, percepito come ostile e pericoloso, popolato da agenti potenzialmente
nefasti (anche se non lo sono, vengono di fatto vissuti come tali) e dai quali
ci proteggiamo attivamente dopo aver subito passivamente. Ecco perché le
allergie colpiscono per esempio bambini, figli di madri iper-apprensive che
“separano” il bimbo dal mondo, isolandolo per proteggerlo. I padri, a loro
volta spesso esclusi da questo rapporto madre-figlio, sviluppano atteggiamenti
di straniamento venendo così percepiti dal piccolo come “deboli” o addirittura
assenti.
Analizzando l’aspetto aggressivo insito
nella manifestazione allergica, è necessario spendere due parole sui miraggi di
perfezione, ricchezza e pulizia su cui si basano le società economicamente
sviluppate e propagandati su vasta scala dai media. In un contesto sociale ove
tutto deve essere controllato e senza sbavature, non c’è più spazio per quella
aggressività primordiale che in ogni essere si manifesta sia a livello
macroscopico col proprio comportamento (di conquista, di corteggiamento, di
difesa del territorio, di lotta etc..) che microscopico con le infinite
piccole/grandi lotte combattute dal nostro esercito interno ovvero dal sistema
immunitario. La progressiva, fisiologica, innaturale e sistematica repressione
della rabbia “macroscopica” (o comportamentale), temuta e bollata quindi come
manifestazione antisociale e pericolosa, non ha fatto certamente sì che questa
abbandonasse definitivamente la nostra più profonda natura: come dire il fatto
che non si veda non significa che questa non ci sia. Semplicemente la rabbia, a
volte addirittura banali nervosismi, sono caduti nella fossa comune del
pregiudizio sociale, divenendo emozioni tabù insieme all’invidia ed al rancore.
Questo ha fatto si che l’uomo, vergognandosi persino di provare tali emozioni,
le ha allontanate il più possibile dalla propria sfera cosciente e di
comportamento, perdendo però contestualmente la capacità di gestirle, di
riconoscerle e di dare loro la giusta importanza; in una parola le ha “messe in
cantina”, senza potersene realmente liberare, dal momento che queste “corde”
proprio come le corde ben più accettate dell’allegria, dell’amore, della gioia,
fanno parte della natura dell’essere umano. Tale aggressività tenuta in
cattività (nel senso letterale di in captivitas ovvero prigioniera, nelle
nostre cantine) è perciò divenuta uno “scheletro nell’armadio”. Si aggiunge a
questo il fatto che allontanandoci pian piano dal confronto con gli agenti
esterni, abbiamo procurato che anche sul piano microscopico/interno, questa
emozione non avesse appiglio per “scaricarsi” fisiologicamente. I risultati
sono sotto gli occhi di tutti: comportamenti violenti, voci di un’aggressività
furiosa e repressa nel corso degli anni, imperversano sul piano
macroscopico/sociale e non deve perciò stupire che questo avvenga anche sul
piano microscopico.
L’allergia infatti altro non è che una
esagerata risposta del nostro sistema immunitario ad un agente (detto
“antigene”) normalmente innocuo ma che viene riconosciuto dall’organismo come
dannoso. Si innesca dunque un’over-reazione: il processo infiammatorio vede
coinvolti anticorpi (IpE) e varie cellule, in particolare i mastociti e gli
eosinofili la cui attivazione porta al rilascio di mediatori chimici (istamina
e citochine) responsabili dei sintomi. Nella mia esperienza professionale ho
notato sovente quanto le persone allergiche risultino all’apparenza
particolarmente controllate, tranquille, posate, misurate, miti, covando però
contestualmente sotto la superficie una profonda aggressività repressa (di cui
spesso non sono consapevoli ma che altrettanto spesso non vogliono vedere, né
affrontare: non a caso si conoscono e sono conosciute come tranquille,
accomodanti, gentili, generose). Tale discrasia crea un conflitto che esplode,
guarda caso, proprio nel momento del confronto con l’esterno. Contrariamente a
quanto si potrebbe pensare questo è un bene e non un male per gli allergici, i
quali trovano finalmente un modo per far fluire un’emozione completamente
fisiologica che altrimenti non si concederebbero mai la possibilità di sfogare.
A riprova di tale connotazione, ricordiamo che tra i farmaci più diffusi tesi a
curare gli stati allergici troviamo i corticosteroidi, che sono potenti
infiammatori. Essi inibiscono la risposta immunitaria eccessiva placando la
manifestazione di rabbia, ma gli effetti collaterali (ipertensione,
iperglicemia, aumento di peso, ulcere, acne, insonnia) mostrano, piuttosto che
una risoluzione della problematica, una più preoccupante, dal punto di vista
psicosomatico, “internalizzazione dello stato rabbioso”, il quale non si
manifesta più esternamente ma viene “ricacciato giù”, ad un livello più
interno, più profondo. Tale fenomeno che porta la problematica dall’esterno
verso l’interno è detto “vicariazione regressiva”, il che significa che il
sintomo, “inabissandosi”, perde ogni possibilità di comunicare il disagio (e
quindi di sfogarsi), di portare l’attenzione sul conflitto che si consuma
dentro il soggetto e conseguentemente di farsi sentire. In altre parole, perde
le chances di essere ascoltato e quindi di essere un’opportunità costruttiva di
autocoscienza per la persona che lo prova.
Un’altra cosa importante da analizzare è
“a cosa” la persona reagisce, perché anche questo parla di lei. Le cause
biologiche delle allergie possono essere di diversa natura. In questa stagione
sicuramente i pollini la fanno da padroni, in particolare le graminacee sono
fra le principali responsabili dei fastidiosi sintomi. Che cosa ci dice questo?
Il polline, in chiave psicosomatica, rappresenta il seme, il vigore sessuale,
la fecondità. “Difendersi” e “reagire” in modo inconsapevole ed incontrollato a
questa sostanza significa rifuggire una natura passionale ed istintuale
repressa. Non è un caso che le allergie colpiscano soprattutto le mucose, che
costituiscono punti di accesso delicati e umidi, molto sensibili, spesso
collegati alla sfera sessuale. L’allergia colpisce laddove si nasconde la paura
di una relazione tra sé stessi (identificata nella parte che reagisce) e quella
parte di mondo che innesca in noi la reazione. Ecco perché molto spesso “debutta” tra
gli adolescenti in fase puberale (spesso anche in associazione all’acne). Le
manifestazioni cliniche possono essere diverse e possono coesistere o
succedersi nel corso della vita. Il sintomo più comune è la rinite allergica
determinata da una infiammazione della mucosa nasale che causa starnuti,
prurito e naso ostruito. Oltre a queste manifestazioni si possono
frequentemente riscontrare congiuntiviti che portano a bruciore, prurito,
arrossamenti e ad eccessiva lacrimazione. In particolare, lo starnuto e la
tosse sono elementi di rifiuto (rifiuto del confronto con gli agenti esterni in
oggetto), e rappresentano la volontà di allontanarli e di liberarcene; la forte
lacrimazione, rappresenta il pianto e la purificazione per un sentimento che
non è vissuto pienamente, che è represso perché “non in linea” con ciò che la
persona vuole essere. Se la manifestazione comporta invece un grande prurito,
questo incarna la necessità di soddisfare una pulsione incontrollabile di cui
spesso la persona non si fa una ragione. A volte, la scarica di rabbia è
talmente forte da “togliere l’aria”, “soffocare”, e sono questi i casi in cui
si può assistere alla manifestazione dell’asma allergica che compromette la
respirazione con tosse ed affanno. Altri farmaci normalmente usati per
attenuare i sintomi sono gli antistaminici i quali contrastano l’attività
dell’istamina, principale responsabile dei sintomi dell’allergia. E’ importante
sapere che questi farmaci non guariscono la problematica e la sua origine, ma
si limitano ad alleviarne i sintomi. La persona perde ulteriormente il contatto
col mondo esterno, inabissando ulteriormente il conflitto, tanto che il
principale effetto collaterale di questi farmaci è una diminuzione della
capacità di concentrazione, di vigilanza e l’incremento di uno stato di
sonnolenza. Alla luce di queste considerazioni, appare più che mai chiaro
quanto un disturbo, anche fastidioso come può esserlo un’allergia, possa invece
costituire un alleato prezioso aiutandoci a capirci meglio, ed a fare un lungo,
appassionante e costruttivo viaggio verso noi stessi.
Silvia Caldironi
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